Hillary Clinton in Cina, Pechino e Washington:
“Su Siria e Pacifico prevalga il dialogo”


	
  Il Segretario di Stato americano ha incontrato i vertici del governo cinese. Sulla Siria e le contese territoriali nel Pacifico le parti si trovano su posizioni sempre più lontane, ma lavorano a una soluzione diplomatica
U.S. Secretary of State Clinton shakes hands with Chinese President Hu during a bilateral meeting in Beijing
 

Il Segretario di Stato americano ha incontrato i vertici del governo cinese. Sulla Siria e le contese territoriali nel Pacifico le parti si trovano su posizioni sempre più lontane, ma lavorano a una soluzione diplomatica

Pechino, 5 settembre 2012 - La Siria e le dispute territoriali nel Pacifico sono gli argomenti al centro della visita di Hillary Clinton a Pechino. Arrivata in Cina a tre mesi dagli incontri segnati dal caso Chen Guangcheng all'interno di un tour che la porterà in 6 nazioni in 11 giorni, il Segretario di Stato americano ha incontrato il ministro degli esteri Yang Jiechi, il premier Wen Jiabao e il capo dello stato Hu Jintao, mentre il colloquio con il vicepresidente Xi Jinping è stato annullato.

Le tensioni nel Mar cinese meridionale che coinvolgono Cina, Filippine, Vietnam, Malesia e Brunei preoccupano particolarmente la Casa Bianca in quanto potrebbero ostacolare i ricchi flussi commerciali che transitano in quest'area. Ma la Clinton ha ricevuto precise rassicurazioni da Pechino in questo senso: "La libertà di navigazione nel Mar cinese meridionale è garantita", ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi. Da parte sua, il Segretario di Stato ha ribadito la necessità che la questione venga risolta mediante colloqui diplomatici tra la Cina e l'Associazione delle nazioni dell'Asia del Sud-Est (Asean). Lo stesso messaggio Clinton lo aveva rivolto da Jakarta ai paesi membri dell'associazione, cui aveva offerto il supporto degli Stati Uniti. Yang si è mostrato favorevole anche alla "realizzazione di un possibile codice di condotta comune da adottare nelle acque contese in base al consenso". Una proposta in tal senso era stata avanzata lo scorso luglio dagli Usa, ma non era riuscita a vedere la luce in occasione del vertice dell'Asean di due mesi fa.

"Per gli Usa questo è il secolo dell'Oceano Pacifico" aveva annunciato Barak Obama lo scorso novembre: un secondo risvolto della missione asiatica del capo della diplomazia americana è il tentativo di limitare l'influenza cinese nell'area. Ne sono consapevoli i media cinesi, che hanno accolto la visita ufficiale di Hillary Clinton con editoriali polemici. La Xinhua ha scritto: "Devono abbandonare l'atteggiamento che li pone al di sopra di alcuni stati della regione che manovrano come burattini". Più accomodante il China Daily, secondo cui "il Pacifico è abbastanza grande per tutti". Secche anche le dichiarazioni del portavoce del Ministero degli esteri, Hong Lei: ''Abbiamo preso atto del rifiuto da parte degli Stati Uniti di prendere una posizione sulla questione del Mar della Cina Meridionale" a cui ha aggiunto ''speriamo che gli Usa si sforzino di aiutare, anzichè danneggiare, la pace e la stabilità regionali".

Lo stesso Hong ha parlato anche della questione siriana, ribadendo che la Cina rimane assolutamente contraria a qualsiasi intervento armato nel paese nonostante riconosca che la situazione è in via di peggioramento. "La soluzione politica rimane l'unica via d'uscita per la Siria" ha detto il portavoce alla stampa. Durante l'incontro di oggi, Clinton ha espresso "l'insoddisfazione" di Washington per la posizione di Pechino, cui Yang ha risposto sottolineando che la Cina "non favorisce nessun individuo o partito" e che "sostiene pienamente" la mediazione del nuovo inviato Onu Lakhdar Brahimi.

Le due superpotenze mondiali si trovano su piani quanto mai distanti su tutti i dossier internazionali più caldi, ma stanno lavorando per "sottolineare l'importanza del dialogo e della cooperazione" ha dichiarato Hillary Clinton, mentre Yang ha convenuto che Usa e Cina stanno lavorando per aumentare la fiducia reciproca e "superare gli ostacoli".

[email protected], Twitter: @ValeriaGazzoni

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