Dreamworks diventa “Oriental”:
Porta a casa Panda Po e Broadway a Shanghai


	
  Il colosso californiano dell'animazione ha annunciato lo sviluppo di "Kung Fu Panda 3" in collaborazione con partner cinesi e la nascita dell'area dedicata al divertimento "Dream Center" nella metropoli orientale
I rappresentanti delle 4 aziende da cui è nata Oriental Dreamworks in conferenza stampa a Shanghai
 

Il colosso californiano dell'animazione ha annunciato lo sviluppo di "Kung Fu Panda 3" in collaborazione con partner cinesi e la nascita dell'area dedicata al divertimento "Dream Center" nella metropoli orientale

di Valeria Gazzoni

 

Shanghai, 7 agosto 2012 - La neonata Oriental Dreamworks ha annunciato i suoi primi due obiettivi: la coproduzione di "Kung Fu Panda 3" e la costruzione di una "entertainment destination" a Shanghai. La notizia è emersa oggi, alla firma sull'accordo tra la californiana DreamWorks Animation e tre di investitori cinesi, China Media Capital, Shanghai Media Group e Shanghai Alliance Investment Ltd. Le quattro aziende avevano formato una joint venture in febbraio, con l'obiettivo di creare una major dell'animazione con sede nella Repubblica Popolare.

La prossima avventura del panda più amato del grande schermo dovrebbe arrivare nei cinema di tutto il mondo nel 2016 e sarà frutto della collaborazione di Oriental Dreamworks con la "sorella maggiore" statunitense, mentre per la prima pellicola originale prodotta da Oriental Dreamworks bisognerà attendere il 2017. Nei prossimi 5 anni la casa di produzione shanghaiese lavorerà a progetti di collaborazione, da cui nasceranno da 1 a 3 film all'anno, per tenere il passo con le concorrenti.

La vera notizia consiste nell'accordo per la costruzione del "Dream Center", una grande area per l'intrattenimento, che sorgerà nel quartiere Xuhui di Shanghai. A fronte di un investimento che si aggira sui 20 miliardi di yuan (circa 2,5 miliardi di euro), nella zona di West Bank Media Port sorgeranno cinema, ristoranti e locali notturni. La "Broadway" in salsa shanghaiese dovrebbe accogliere una media di 20 milioni di visitatori all'anno, secondo le previsioni redatte dal governo cittadino. Li Ruigang, presidente di China Media Capital, ha obiettivi ambiziosi: in primo luogo trasformare Shanghai in una città culturale di livello internazionale e "Nel lungo periodo potremmo creare aree per il divertimento in altre città del paese o addirittura esportarle all'estero".

 




Nella capitale economica della Repubblica Popolare sorgerà nel 2015 il primo Disneyland cinese. Jeffrey Katzenberg, ceo di Dreamworks, e Li ci tengono a distinguere il proprio progetto da quello targato Disney, la cui costruzione è iniziata in aprile: "Dream Center non è un parco a tema. E' diverso da qualsiasi altro grande progetto culturale in Cina, incluso Disneyland". Anche Walt Disney Entertainment ha già messo piede nel mercato cinese, grazie agli accordi di joint venture stretti con il gigante dell'IT cinese, Tencent, e con la nazionalizzata dell'animazione China ACG Group Co. Risale ad aprile l'annuncio della coproduzione tra Disney e la pechinese DMG Entertainment da cui nascerà il blockbuster "Iron Man 3".

Gli accordi e le compravendite non sono state a senso unico: in maggio il gruppo cinese Wanda ha ufficializzato l'acquisto della catena americana AMC Entertainment, il più grande operatore mondiale nel campo delle sale cinematografiche e in gennaio è sfumata all'ultimo momento la scalata del tycoon cinese Bruno Wu a Summit Entertainment ("Twilight") e Colony Capital ("Pulp Fiction") per mano di Lions Gate Entertainment. Inoltre, sono molte le pellicole che hanno cercato di avvicinarsi al pubblico cinese. Ad esempio l'ultimo episodio di "Karate Kid" è stato girato a Pechino, con la stella cinese Jackie Chan a prendere il posto del giapponese Miyagi, mentre nel disaster movie "2012" cinesi e americani collaboravano sul grande schermo per salvare il mondo dalla tragedia.

Il mercato cinematografico cinese è il più promettente al mondo: nel 2011 i biglietti staccati nei botteghini della Terra di Mezzo sono cresciuti di un terzo rispetto all'anno precedente, per un valore di 2 miliardi di dollari. Anche se il mercato nord-americano rimane il più proficuo al mondo con 10,2 miliardi di dollari di guadagni nel 2011, i cinema di Canada e Stati Uniti hanno visto un calo di pubblico per il secondo anno consecutivo.

[email protected], Twitter: @ValeriaGazzoni

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