Processo a Wang Lijun, l’ex braccio destro del neomaoista Bo Xilai non contesta le accuse
Si avvia alla conclusione lo scandalo che ha scosso la Cina nell'anno del Congresso nazionale. Wang non ha negato nessuno dei reati che gli sono stati contestati. La sentenza non è ancora stata emessa
Si avvia alla conclusione lo scandalo che ha scosso la Cina nell'anno del Congresso nazionale. Wang non ha negato nessuno dei reati che gli sono stati contestati. La sentenza non è ancora stata emessa
Chengdu, 18 settembre 2012 - E' stato un processo lampo quello iniziato ieri a Chengdu contro Wang Lijun, ex capo della polizia e vice sindaco della municipalità di Chongqing, oltre che braccio destro nella lotta alla corruzione del neo-maoista Bo Xilai. Wang era accusato di diserzione, corruzione, abuso di potere e di avere piegato la legge ai propri scopi personali.
Durante l'udienza di ieri, che si è svolta a porte chiuse, l'imputato è stato giudicato per i presunti reati di defezione e abuso di potere, delitti le cui implicazioni di sicurezza nazionale hanno giustificato un processo "a sorpresa": ai media era stata annunciata solo la sessione di oggi. Presso la corte intermedia della capitale del Sichuan si è svolta oggi la seconda parte del processo, pubblica ma vietata ai giornalisti occidentali, dedicata alle accuse di corruzione e abuso della legge. Wang Lijun non ha contestato nessuna delle accuse che sono state mosse contro di lui. Il verdetto è atteso in data da destinarsi.
"Come funzionario di stato a conoscenza di segreti di stato, ha lasciato la carica senza esserne autorizzato per rifugiarsi nel consolato di un altro paese mentre esercitava le sue funzioni ufficiali", recita inoltre l'agenzia Xinhua sottolineando la "gravità" delle accuse mosse nei confronti di Wang. L'ex funzionario, si legge anche, ''si è avvantaggiato del suo incarico accettando in modo illecito soldi e proprietà del valore di oltre 3,05 milioni di yuan, pari a 484mila dollari) in cambio di favori per alcune persone''.