Tensioni nazionalistiche tra Cina e Giappone:
anche una pornostar prova portare la pace


	
Si infiammano le proteste in Cina contro l'acquisto delle isole Senkaku da parte del governo giapponese. Sora Aoi, diva dei film per adulti made in Japan, scrive un appello su Weibo, ma con scarsi risultati
L’attrice giapponese Sora Aoi


Si infiammano le proteste in Cina contro l'acquisto delle isole Senkaku da parte del governo giapponese. Sora Aoi, diva dei film per adulti made in Japan, scrive un appello su Weibo, ma con scarsi risultati

Pechino, 15 settembre 2012 - Passa anche attraverso internet e una pornodiva giapponese il destino delle isole contese tra Cina e Giappone. Sora Aoi, attrice di film per adulti con oltre 13 milioni di fan su Weibo, il Twitter cinese, ha provato a calmare la rabbia del Dragone per l'acquisto da parte nipponica delle Senkaku, con due brevi post sul suo account. Ma ha sbagliato l'ordine delle parole. Un errore che i netizens cinesi non le hanno perdonato.

I messaggi postati dall'attrice sono entrambi in cinese. Il primo, però, recita, tradotto letteralmente: "Amicizia giapponese-cinese". E in calce commenta: "Spero che ci siano buone relazioni tra i nostri popoli". Il secondo, invece, inverte l'ordine delle parole e inneggia alla "amicizia tra i popoli cinese e giapponese". In poco tempo, i messaggi dell'attrice sono stati ripresi oltre 120mila volte e hanno ricevuto oltre 130mila commenti. Alcuni con un filo di umorismo: "Le isole Diaoyu appartengono alla Cina -scrive un netizen del Dragone- Sora Aoi è del mondo intero". Altri si sono spinti fino a proclamare il loro amore per l'attrice.

Ma qualcuno, molti secondo il sito web Tea Leaf Nation, che pubblica notizie e discussioni che animano il web cinese, non l'ha presa bene, e tra i commenti più piccati c'è anche quello di "cagna giapponese". Oltre ai riferimenti al massacro di Nanchino del 1937, durante l'occupazione giapponese, molti hanno puntato il dito contro l'ordine delle parole del primo messaggio, sostenendo che l'aggettivo "cinese" andava messo prima di "giapponese". In soli sette minuti, ecco allora apparire il messaggio riparatore sull'account della diva per soli adulti con l'ordine dei popoli invertito e politicamente corretto, secondo la visione degli utenti di internet cinesi.

Neppure questo è bastato a placare le reazioni dei microblogger del Dragone, che hanno continuato ad attaccare l'attrice. Uno di loro ha seccamente replicato: "Non c'è posto per due tigri sulla stessa montagna". Il tentativo dell'attrice non è andato a buon fine, commenta il Tea Leaf Nation: "Se stava soltanto cercando una riconciliazione tra i popoli cinese e giapponese, l'accoglienza che ha avuto dimostra la difficoltà dell'impresa in tempi di tensione crescente".

La rabbia cinese si sta manifestando da giorni in tutto il Paese. Sempre su Weibo, un cittadino di Shanghai ha postato alcune foto della sua auto, un modello giapponese, a cui ha dato fuoco per esprimere il suo sdegno anti-nipponico. Nella giornata di oggi di fronte all'ambasciata giapponese di Pechino ci sono state violente manifestazioni da parte di cittadini e gruppi ultranazionalisti cinesi contro il governo di Tokyo che l'11 settembre scorso aveva annunciato l'acquisto delle isole contese da una famiglia giapponese che ne deteneva  formalmente i diritti di sfruttamento.

Le proteste odierne, scoppiate anche in altre città cinesi, sono il punto più alto della rabbia anti-nipponica mai raggiunto negli ultimi anni. I manifestanti hanno scagliato uova, verdure, ma anche pietre contro la sede diplomatica e sono state segnalate diverse bandiere giapponesi date alle fiamme. Altre proteste sono scoppiate a Shanghai, Xian, Changsha, Nanchino e Suzhou. Nei giorni scorsi i media giapponesi hanno alimentato le polemiche con articoli ed editoriali che hanno fomentato il sentimento nazionalista. In prima linea, quello che è stato definito il quotidiano-bulldozer della Cina, il Global Times: "L'esercito deve prepararsi a intensificare le sue capacità di deterrenza -si legge in un editoriale- e se il Giappone sceglierà l'opzione militare, la Cina non si tirera' indietro".

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