Pechino, 22 agosto 2012 - La Cina, paese che detiene il monopolio di fatto dell'export delle terre rare, ha ceduto alle pressioni della comunità internazionale ed ha deciso un aumento della quota destinata alla vendita all'estero di queste preziose materie prime. Le cifre previste: ci sarà un aumento del 2,7% sullo scorso anno, che porterà il totale per il 2012 a 30.996 tonnellate.
Questa lieve revisione al rialzo segue le richieste pervenute al governo cinese dalle economie di tutto il mondo. La Repubblica Popolare controlla il 95% della produzione globale e un quarto dei giacimenti mondiali di questo gruppo di 17 elementi, necessari alla produzione di apparecchiature ad alta tecnologia, nei settori dell'elettronica, dell'energia e dell'automotive.
Nel 2011 Pechino ha prodotto 110mila tonnellate di elementi compresi nel gruppo delle terre rare e ne ha consumate ben 83mila. Proprio la richiesta interna aveva portato il governo cinese a stringere sulle esportazioni, giustificandosi con la necessità di proteggere l'ambiente. Questo provvedimento, giudicato sleale, aveva suscitato vive proteste da parte di Usa, Ue e Giappone, che avevano chiesto l'arbitrato del Wto per risolvere la questione.