Cina: Pixel sulle nudità della statua
di Michelangelo
L’ironia del web contro la censura
della tv nazionale

 

di Valeria Gazzoni

Pechino, 10 luglio 2012 - La televisione di stato cinese ha mandato in onda un documentario sulla mostra dedicata all'arte italiana dal Museo Nazionale cinese in cui le nudità di statue come il David-Apollo di Michelangelo erano state censurate a colpi di pixel. Ovviamente, le critiche e l'ironia del web si sono rovesciate contro il regista del filmato e la direzione della CCTV. L'esibizione, intitolata "Il Rinascimento a Firenze, capolavori e protagonisti", rientra in un accordo di promozione culturale tra il governo italiano e cinese ed è stata accolta nel nuovissimo "Spazio Italia" aperto nel museo pechinese nei giorni del suo centesimo anniversario.

Il britannico Telegraph ha riportato alcuni dei post online sul caso: "Senza i pixel, è arte. Con i pixel, è diventata pornografia" è il commento pungente di Yiteng Kaisi, utente del portale cinese Netease, mentre il sarcasmo di SpeechlessPK su Weibo recita: "Il documentario di CCTV è sicuramente un falso. La vera statua ha un pene". Ma ci sono stati anche alcuni internauti che hanno espresso il loro sostegno alla Tv nazionale: "Queste opere riflettono un certo canone estetico diffuso in occidente, ma non in Cina. Penso che sia sbagliato mostrare qualsiasi forma di nudità su un canale televisivo pubblico", ha scritto il commentatore "MTMK". Il quotidiano di Nanchino Oriental Guardian ha messo in prima pagina una foto della statua di Michelangelo in cui le parti tanto incriminate dalla tv cinese sono nascoste, appunto, da un televisore.

Prima del Rinascimento italiano, quest'anno sono cadute sotto la scure censoria cinese anche alcune scene della versione 3D di Titanic e del nuovo blockbuster Man in Black 3.

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