Mercanti d’arte, tornano le grandi dinastie E la Cina scippa il primato agli Usa
Lo scorso anno il Dragone ha rappresentato da solo il 30% degli scambi del mercato globale dell'arte (Stati Uniti 29%). E l'artista più venduto nel 2011 è il cinese Zhang Daqian, che dà filo da torcere a colossi come Warhol e Picasso
Lo scorso anno il Dragone ha rappresentato da solo il 30% degli scambi del mercato globale dell'arte (Stati Uniti 29%). E l'artista più venduto nel 2011 è il cinese Zhang Daqian, che dà filo da torcere a colossi come Warhol e Picasso
di Luca Zorloni (左露珂)
Pechino, 23 marzo 2012 – Hu, Guo, Wen. Segnatevi questi cognomi: sono quelli delle nascenti dinastie dei mercanti e dei collezionisti d'arte. Domani compreremo da loro. Mandano in soffitta i Pierpont Morgan, i Saatchi e i Guggenheim di novecentesca memoria. Il verdetto arriva da Tefaf Maastricht, la più grande fiera mondiale di arte e antichità, che fatti i conti con gli intestatari degli assegni ricevuti per le ultime compravendite, ha pubblicato un dossier che la dice lunga sul futuro della geografia dei collezionisti del bello. La Cina scalza decenni di dominio americano. Secondo The International Art Market in 2011: Observations on the Art Trade over 25 Years, l'anno scorso il Dragone ha rappresentato da solo il 30% degli scambi (acquisti e vendite) del mercato globale dell'arte. Sette punti percentuale in dodici mesi, che sono valsi a Pechino il primato, scippato agli Stati Uniti con il loro 29%.
Per Clare McAndrew, responsabile del rapporto ed economista specializzata in mercati dell'arte, siamo di fronte a una rivoluzione copernicana. “È uno dei più importanti cambiamenti negli ultimi cinquant'anni”. Altro che Ambroise Vollard, che inventò la professione del mercante d'arte in senso stretto nel Francia degli Impressionisti. Il futuro è nelle aste battute al di qua della Grande Muraglia. Pechino in due anni ha registrato performance da record: l'incanto è cresciuto del 177% nel 2010 e del 64% nel 2011. E se si considera che per la casa d'aste mondiali Artprice l'artista più venduto nel 2011 è il cinese Zhang Daqian, che dà filo da torcere a colossi come Warhol e Picasso, e il record per il museo più grande se l'aggiudica sempre l'ex Celeste Impero con le collezioni del Museo Nazionale di Pechino, sembra delinearsi un mondo dell'arte sempre più sinocentrico.
Non di sola bellezza vive il collezionista: lo scorso anno gli specialisti del settore hanno osservato anche la ripresa delle compravendite. Girano più soldi, 46,1 miliardi di dollari, il 7% in più rispetto al 2010 e addirittura il 63% rispetto alla crisi nera del 2009. I volumi degli affari sono tornati ai fasti precedenti alla grande depressione (nel 2007 si viaggiava intorno ai 48,1 miliardi annui) e a trascinarli è la fame di bellezza del Dragone. In fatto di vendite la Cina aveva già surclassato nel 2010 i collezionisti di sua Maestà e oggi l'Inghilterra conserva la medaglia di bronzo con il 22% delle trattative. Albione è il mercato più fiorente dell'Europa, che l'anno scorso ha totalizzato il 34% degli scambi (3 punti in meno rispetto al 2010), ed è seguita al quarto posto dal 6% della Francia. La patria dei maestri più venduti – si comprano soprattutto opere moderne e contemporanee – non ha denari da investire sui propri talenti. Niente paura, cari Van Gogh e Monet, a salvarvi ci pensano i pronipoti di quei maestri di chinoiserie che andavano tanto in voga nella Villa Lumière. Artisti, collezionisti e mercanti d'arte: ma quando questi cinesi saranno anche mecenati?