La Merkel convince Pechino “Mezzo” impegno nei fondi Ue “Ma non ci compreremo l’Europa”
La cancelliera tedesca riesce ad aprire il Dragone a investimenti nei bond di Eurolandia. Il premier Wen: "Si tratta di collaborazione, non abbiamo intenzione di comprare l'Europa". Più dura la linea della Repubblica popolare sulle sanzioni al petrolio iraniano
La cancelliera tedesca riesce ad aprire il Dragone a investimenti nei bond di Eurolandia. Il premier Wen: "Si tratta di collaborazione, non abbiamo intenzione di comprare l'Europa". Più dura la linea della Repubblica popolare sulle sanzioni al petrolio iraniano
di Luca Zorloni (左 露珂)
Pechino, 3 febbraio 2012 - Il Dragone salverà l'Europa? Per ora è solo una mezza promessa, ma la cancelliera tedesca Angela Merkel in missione in Cinaottiene un'apertura di Pechino a investire nei bond di Eurolandia, garantendo stabilità al Vecchio continente. La questione era in cima all'agenda del viaggio, la numero uno di Berlino è riuscita a portare il Paese di Mezzo dalla sua. Il premier Wen Jiabao stesso ritiene “urgente” l'uscita dell'eurozona dalle secche della crisi del debito sovrano e apre a un maggiore coinvolgimento della Repubblica popolare nell'Efsf (European Financial Stability Facility) e nel nuovo Esm (European Stability Mechanism, in arrivo a luglio, ndr), i due fondi salva-stati di Bruxelles. Un coinvolgimento che, precisa Wen, non sarà però una forma di “acquisto” del Vecchio Continente. “La Cina non ha né l'intenzione né la capacità di comprare l'Europa”, ha sottolineato il premier durante un convegno a Canton al quale è intervenuto insieme alla cancelliera tedesca, che ha anche incontrato il presidente Hu Jintao.
Da parte sua frau Merkel, forte dell'approvazione del patto di bilancio al vertice di Bruxelles dello scorso lunedì, ha descritto un'Europa che si avvia sulla strada della “completa ripresa” e all'Accademia cinese per le Scienze sociali, il più importante think tank del governo di Pechino, ha spiegato che la moneta unica ha reso “più forte” il vecchio continente. Critica alle agenzie di rating (“sono diventate troppo influenti, possono peggiorare la crisi”), tanto che frau Merkel accenna all'ipotesi che Eurolandia ne costituisca una propria come la Cina ha già fatto con Dagong, ha elogiato i “grandi progressi che la comunità europea ha fatto negli ultimi due anni” e ha insistito sul fatto che “competizione internazionale si è fatta più dura”.
L'Europa è ancora un buon investimento, è questo in sintesi il manifesto che Merkel presenta alla Cina. Con una precisazione: di tutto i componenti della Ue, l'economia tedesca, che si appresta a ospitare l'anno della cultura cinese, è “quella che meglio ha approfittato della condizione dell'euro a livello globale”. La missione della cancelliera infatti oggi ha fatto tappa nella regione meridionale di Guangdong, dove si concentrano gli insediamenti produttivi dell'imprenditoria teutonica. Ad accompagnare frau Merkel infatti non ci sono solo i politici del Bundestag, ma anche una folta delegazioni di uomini di affari, il biglietto da visita del panzer dell'economia europea.
Nell'agenda della cancelliera c'erano altri due punti all'ordine del giorno: diritti umani e diplomazia internazionale. La Merkel ha annunciato di voler intavolare un dialogo con il Dragone sulla spinosa questione dei diritti umani, ma i colloqui politici tra Berlino e Pechino si sono concentrati sulla situazione dello scacchiere internazionale e in particolar modo sul programma nucleare dell'Iran. L'Europa chiede che la Cina, primo partner commerciale del paese mediorientale, si schieri a favore delle sanzioni internazionali contro l'industria petrolifera e la banca centrale di Teheran, finora ricusate dalla Repubblica popolare al pari di Mosca. La Merkel avrebbe anche chiesto al Paese di Mezzo di non trarre vantaggio dall'embargo Ue imposto all'oro nero iraniano, ma Wen Jiabao ha ribadito che non ci saranno interruzioni nei rifornimenti.