Pechino, 31 gennaio 2012 - Sono stati liberati dopo un giorno di detenzione i 25 tecnici e ingegneri cinesi che lavoravano nella penisola del Sinai sequestrati da un gruppo di beduini egiziani. Lo hanno riferito fonti della sicurezza, aggiungendo che i rapitori avevano chiesto il rilascio di compagni incarcerati tra il 2004 e il 2006 per alcuni attentati: fra questi, gli attacchi del 2004 a Taba in cui morirono 31 persone. I cinesi, impiegati in una fabbrica di cemento di proprietà dell'esercito nell'area di Lehfen, nel centro del Sinai, sono stati sequestrati mentre si recavano al lavoro e ora sono al sicuro in un albergo militare di Arish.
I 25 ostaggi erano stati rinchiusi in una tenda nei pressi di una strada bloccata dai beduini e l'ambasciata cinese era riuscita a stabilire fin dalle prime ore un contatto, fornendo loro cibo e vestiti. La collaborazione dei locali ha permesso di negoziare con i rapitori e in poche ore (15 in tutto quelle trascorse come ostaggi) i cinesi sono stati rilasciati. Non è la prima volta che lavoratori cinesi finiscono nel mirino di bande locali. Il 29 gennaio i ribelli del Kordofan del sud, in Sudan, hanno sequestrato un gruppo di operai del Paese asiatico; al momento 29 di loro sono ancora nelle mani dei rapitori. Per favorirne la liberazione, il governo di Pechino ha inviato oggi un proprio team in Sudan.