Cina, obiettivi energetici nell’anno del cavallo
Ma la lotta allo smog
segna il passo


	
I progressi della lotta all'inquinamento nel 2013 sono stati "piu' lenti del previsto". Parola di Xu Lin, capo del dipartimento di pianificazione ambientale della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, l'agenzia governativa di pianificazione economica cinese.
Cina, obiettivi energetici nell’anno del cavallo<br /> Ma la lotta allo smog<br /> segna il passo
I progressi della lotta all'inquinamento nel 2013 sono stati "piu' lenti del previsto". Parola di Xu Lin, capo del dipartimento di pianificazione ambientale della Commissione
Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, l'agenzia governativa di pianificazione economica cinese.



Durante la conferenza stampa sullo stato dell'economia cinese, dove si e' detto che non ci saranno
problemi a raggiungere un tasso crescita di almeno il 7% fino al 2015, il giudizio sulle politiche ambientali e' molto cauto a causa dell'espansione spesso sconsiderata del settore industriale. La tesi
e' corroborata anche da un rapporto dell'Accademia Cinese delle Scienze Sociali, il piu' importante think-tank di Pechino, secondo cui nel 2013 la Cina ha totalizzato il piu' alto tasso di
inquinamento al mondo, dopo quello dell'India nel 2012.

Troppo basso il livello di riduzione del consumo energetico per unita' di prodotto interno lordo, al 5,4% di media annua dal 2011, contro una prevista diminuzione del 16%, a partire dal prossimo anno. Anche il dato ufficiale sulla riduzione di carbone su base quinquennale non soddisfa le aspettative della commissione: solo il 6,6% contro un atteso 17%. La National Energy Administration (NEA) ha presentato gli obiettivi del 2014 confermando l'impegno
del governo nel rispetto dell'ambiente, ma il consumo di carbone per il prossimo anno segnera' un aumento dell'1,6% rispetto ai valori del 2013, nelle proiezioni dell'ente cinese, a 3,8 miliardi di tonnellate di carbone equivalenti. In crescita dell'1,8%, invece, il fabbisogno di greggio, a 510 milioni di tonnellate. Molto piu' alta invece, la domanda apparente di gas naturale, che rispetto ai valori dello scorso anno, dovrebbe crescere del 14,5%, a 193 miliardi di metri cubi. Un ruolo sempre piu' importante, conclude infine la NEA, lo avranno il nucleare, l'energia idroelettrica, l'eolico e il solare, anche se secondo molti esperti, non servira' a ridurre la dipendenza della Cina dal carbone.

Le proiezioni al 2035 dell'Energy Outlook di BP prevedono una crescita ancora alta per il carbone, fino a circa il 2030, nonostante gli sforzi dei legislatori cinesi per contrastarla. Ci vorranno ancora quindici anni, secondo le stime del gruppo petrolifero britannico per iniziare a vedere un lento declino nell'uso del carbone da parte della Cina, e il relativo declino dell'industrializzazione del Paese. Ancora nel 2035, pero', la Cina rimarra' il maggiore consumatore di carbone, con il 51% del totale mondiale, seguita, a partire dal 2024, dall'India, che con la sua quota superera' gli Stati Uniti. "A partire del 2030 - si legge nel rapporto - la domanda probabilmente diminuira', a causa del ribilanciamento dell'economia cinese verso i servizi e il consumo interno, e sara' sostenuta dai miglioramenti nell'efficenza e da politiche ambientali piu' severe".

Ambiziosi anche gli obiettivi per il futuro delle risorse energetiche non convenzionali, anche se, secondo l'opinione di molti, difficilmente la Cina arrivera' ai livelli di sfruttamento di shale gas degli Stati Uniti. Nel 2013, la Cina ha prodotto una media di due milioni di metri cubi di shale gas al giorno, ed entro il 2030, la produzione di gas e petrolio non convenzionale dovrebbe essere pari a un terzo del totale della produzione interna di queste due risorse.
Ancora poco, secondo le stime dell'Energy Outlook di BP, rispetto agli standard di Stati Uniti e Canada che faranno affidamento sulle riserve di shale gas per il 99% della produzione interna di gas fino al 2016, e per il 70% da allora al 2035. Insieme, Washington, Ottawa e Pechino contano di sfruttare circa l'81% delle riserve mondiali di shale gas mondiale entro i prossimi venti anni, secondo le stime di BP. 

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