La società cinese sbarca nel vecchio continente per spezzare il monopolio delle tre sorelle Fitch, Standard & Poor’s e Moody’s
di Luca Zorloni
Milano – Nel luglio 2010, in un’intervista al quotidiano francese “Libération”, Jean-Claude Trichet, allora presidente della Banca centrale europea, aveva dichiarato che “il mondo ha bisogno di più di tre agenzie di rating perché i loro giudizi esacerbano le oscillazioni dei mercati”. Era una bocciatura dell’operato dell’anglo-americana Fitch e delle statunitensi Standard & Poor’s e Moody’s, le agenzie di rating più famose al mondo. Poche ore prima una concorrente delle tre sorelle aveva diffuso il proprio rapporto sul debito sovrano di 50 paesi: era Dagong Global Credit, società cinese fondata nel 1994 a Pechino. Dagong è una delle poche agenzie di rating rilevanti al di fuori degli Stati Uniti ed è leader nel mercato asiatico.
Dall’aprile dell’anno scorso è sbarcata anche nel vecchio continente. Dagong Europe credit rating è una joint venture tra la casa madre e il fondo di private equity italo-cinese Mandarin Capital Partners (40%), che ha sede a Milano. Il capoluogo lombardo è stato scelto come quartier generale della nuova agenzia, che ha ancora i motori spenti ma obiettivi ambiziosi. Il direttore generale Mauro Alfonso spiega che mira a “conquistare il 5% del mercato entro il 2018” scalzando il monopolio del trio Moody’s-Fitch-Standard & Poor’s. “Manca – prosegue – una visione del mondo per la parte dell’estremo Oriente e della Cina, che sono investitori importanti”. Dagong attende la registrazione da parte dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma), l’organismo della Ue deputato alla sorveglianza dell’arena finanziaria. Secondo Alfonso, il via libera “dovrebbe arrivare entro la metà di quest’anno”. Nel frattempo la società si sta concentrando sulla campagna acquisti.
Tra i più recenti (inizio 2013) ci sono Fabio Boninsegni, senior credit officer (supervisore area credito), e Cristina Sterr, director, financial institutions analytical team (direttore team analisi istituzioni finanziarie). Tra i top manager anche Ulrich Bierbaum, senior director business development (direttore area sviluppo business); Richard Miratsky, head of corporate analytical team (a capo del team analisi corporate) e Carola Saldìas, head of financial institutions analytical team (a capo del team analisi istituzioni finanziarie). Il consiglio di amministrazione per i prossimi tre anni sarà composto dal presidente Guan Jianzhong, dal vicepresidente Lorenzo Stanca, da Ding Wei e da Marco Cecchi de’ Rossi e Wei Benhua (questi ultimi due membri indipendenti). A pieno regime la sede milanese dovrebbe dare lavoro a circa 50 persone. Dopo lìok di Esma, Dagong busserà alle porte dei principali attori dei mercati corporate e finanza in Europa, mentre le analisi sul debito sovrano rimarranno in capo alla casa madre. Alfonso spiega: “Vogliamo creare integrazione tra i mercati finanziari di queste due parti del mondo (Europa e Oriente, ndr) che al momento non sono collegate. Per gli emittenti di debito europei sarà più facile arrivare a est”. La società cinese adopera una classificazione del rating dalla tripla A (migliore affidabilità) alla D (default). Secondo dati del gennaio 2013, Dagong Global dà all’Italia una tripla B (affidabilità media) ma con una previsione negativa.