Inter, Moratti fa entrare i cinesi al 15%
Il sogno: lo stadio entro tre anni


	
Lunedì 29 ottobre attesa per un Cda "storico" : entra la China Railway Construction Corporation , primo potentato cantieristico mondiale: tra l’altro ha costruito il Nido d’Uccello, lo stadio olimpico di Pechino 2008
moratti


Lunedì 29 ottobre attesa per un Cda "storico" : entra la China Railway Construction Corporation , primo potentato cantieristico mondiale: tra l’altro ha costruito il Nido d’Uccello, lo stadio olimpico di Pechino 2008

 

Milano, 15 ottobre 2012 -  Mentre il Milan batte i campi metaniferi della Russia e i deserti d’Arabia tumidi di petrolio alla ricerca di nuovi soci e di nuovi capitali, l'Inter si appresta a dare al sinedrio nerazzurro una non trascurabile presenza cinese. Che ha un obiettivo assolutamente miracolistico, considerando la formidabile burocrazia italica: realizzare in poco più di tre anni lo stadio di proprietà della Beneamata.

Dove? In zona Fiera o nel sud milanese, a San Donato o in altri comuni limitrofi dell’hinterland per ora non si sa. Il 29 ottobre sarà dunque un lunedì speciale per corso Vittorio Emanuele, coincidendo l’approvazione del bilancio societario con l’ingresso nella nerazzurrità degli investitori del Dragone. La China Railway Construction Corporation — il primo potentato cantieristico mondiale: tra l’altro ha costruito il Nido d’Uccello, lo stadio olimpico di Pechino 2008 — controllerà una quota di minoranza pari al 15 per cento.

Nel consiglio d’ammnistrazione della SpA Inter siederanno Kamchi Li (che è una gentile signora), Kenneth Huang e l’italiano Fabrizio Rindi. Nelle casse nerazzurre dovrebbero entrare dai 50 ai 75 milioni di euro, manna cinese per un bilancio societario da approvare ripianando un rosso di circa 80 milioni. L’accordo sull’ingresso della China Raylway, annunciato ai primi di agosto ma in un primo momento smentito dai cinesi, lascerà comunque a Massimo Moratti il potere decisionale, con tutti i bottoni della stanza omonima.

"È un privilegio e un onore collaborare con imprese cinesi — aveva detto sorridentissimo il presidente nerazzurro alla stipula dell’accordo —. Credo si possa dare un aiuto di esperienza del calcio italiano, in particolar modo della nostra società, che coi giovani ha avuto successo. Speriamo sia utile per coinvolgere tanti giovani cinesi per uno scopo non solo sportivo ma anche sociale". Discorsi da capo di stato, più che da patron calcistico.

La svolta cinese premia la decisa politica orientalistica di Corso Vittorio Emanuele negli ultimi anni: la Beneamata è diventata laggiù popolarissima (sono nati anche fideistici Inter club a mandorla) e così, a posteriori, pure la scelta di adottare quest’anno il colore rosso per la maglia da trasferta (tra i mugugni di molti tifosi) sembra una
mossa oculata: non si sa se sia stata più un gentile omaggio morattiano ai cinesi, o un’altrettanto gentile richiesta di questi ultimi.

L'attesa per il giorno del CdA nerazzurro 29 ottobre è viva, anche perché sino a oggi madame Li e mister Hung sono stati più che discreti: non un respiro, figurarsi una dichiarazione. Al derby qualcuno si aspettava di vederli in tribuna con Moratti, altri sostenevamo di averli intravisti oltre i vetri di uno sky box di San Siro. Intanto, provando a pensare in grande, all’Inter si sogna di giocare già nello stadio di proprietà, se non proprio dal 2015, almeno nel 2017. O al più tardi nel 2019, l’anno dei replicanti di Blade Runner...

di Claudio Negri

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