Obama pone veto
su acquisizione
cinese negli Usa:
Citato in giudizio
dagli imprenditori
del Dragone


	
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama
 

Pechino, 3 ottobre 2012 - Una piccola azienda di proprietà cinese ha citato in giudizio la Commissione sugli investimenti stranieri negli Stati Uniti (Cfius) e lo stesso presidente Barack Obama, per avere bloccato una sua acquisizione su suolo statunitense adducendo motivi di sicurezza militare: l'azienda, di proprietà di due cittadini cinesi, vorrebbe costruire un parco eolico vicino a una base navale statunitense. Come riferisce oggi lo Shanghai Daily, la denuncia è stata presentata dalla Ralls Corporation, filiale negli Usa della cinese Sany, dinanzi al Tribunale del distretto di Washington: la tesi è che il presidente si sia spinto oltre le sue prerogative costituzionali e non abbia presentato prove.

Già lo scorso fine settimana, il responsabile dell'ufficio legale della Sany (colosso cinese della produzione di macchinari ad alta tecnologia) aveva accusato Obama di aver preso la decisione per conquistare voti in campagna elettorale. Il presidente ha bloccato l'acquisto di quattro pale eoliche nell'Oregon da parte della Ralls, sostenendo che l'operazione rappresenta una minaccia potenziale per la sicurezza nazionale: l'impianto è collocato vicino a un sito militare, utilizzato per testare i droni senza pilota e dove i jet effettuano manovre di addestramento ad altissima velocità e a quota molto bassa.

E' la prima volta in 22 anni che un presidente Usa applica in questo modo la Legge di Sicurezza in Difesa, che assegna al capo dello Stato il potere di veto su operazioni di aziende straniere. Tra l'altro, i vertici della Ralls fanno notare che le pale eoliche anche in passato erano di proprietà straniera (i cinesi le avrebbero acquistate dalla greca Terna), ma all'epoca Washington non lo considerava evidentemente un problema. Insomma, secondo l'agenzia Xinhua, la decisione di Obama sarebbe da attribuire alla caccia al voto in concorrenza con il Partito Repubblicano che da sempre accusa l'attuale governo di un atteggiamento troppo servile nei confronti di Pechino.

Le possibilità di spuntarla davanti a un giudice però, per i cinesi sono poche, considerata l'ampia autorità del presidente su questioni di sicurezza nazionale e il fatto che la magistratura americana si allinea spesso con l'esecutivo su questi argomenti. In base al provvedimento americano, la Ralls ha adesso 90 giorni per vendere tutti i suoi interessi nei progetti, ma la società ha fatto sapere di non avere alcun piano immediato di disinvestire e anzi di avere fiducia nella giustizia americana.

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