Milano, 31 agosto 2012 - Barbiere e parrucchiera sono sempre più professioni per stranieri e, in particolare, per cinesi. Se secondo un'elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese al primo trimestre 2012 in città sono 335 i negozi del settore gestiti da immigrati (uno su sette), i nuovi saloni di bellezza sono soprattutto cinesi, con il 47,5% delle imprese individuali tra i non italiani, in aumento del 19,5%. In seconda posizione marocchini (8%), dominicani (4%) egiziani e francesi (3% ciascuno).
Si tratta di un fenomeno in crescita, +15,5% rispetto al primo trimestre del 2011, in controtendenza rispetto al calo dei professionisti di casa nostra, che perdono il 2% in un anno. Inoltre, si tratta di un trend recente: considerando le sole imprese cinesi, si scopre che oltre il 60% ha aperto a partire dal 2010. Nella provincia milanese si concentra il 36% dei parrucchieri cinesi che lavorano in Italia.
La maggior parte dei parrucchieri di etnia cinese (21,2%) opera nell'area a maggiore presenza di connazionali, anche se cresce la presenza nel resto della città: il 17,6% si trova in zona Lambrate e Città Studi, mentre cresce soprattutto l'area di Turro-Gorla, passata in poco più di un anno dall'11% al 13%. Il coiffeur tipo cinese è giovane e donna. Il 68% dei titolari appartiene al gentil sesso e per il 45% dei casi ha un'età compresa tra 30 e 39 anni, mentre più di una su quattro ha meno di 29 anni.
La regione Lombardia ospita circa 1200 imprese straniere del settore, il 5,3% del totale, per un dato in crescita del 12,9% sullo scorso anno. In più di 8 casi su 10 si tratta di aziende avviate da cittadini nati in paesi extracomunitari (996 imprese per l'83,6% del totale), mentre solo il 16,4% proviene dall'Unione Europea. La città di Milano è prima con quasi la metà dei parrucchieri di origine straniera, seguita da Brescia e Bergamo. A livello regionale, ai primi tre posti tra le nazionalità alla gestione di queste imprese troviamo cinesi, 32,1%, svizzeri, 11,5% e marocchini 5,3%