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In un articolo pubblicato sulla rivista "Science China" cinque professori asiatici spiegano come e quando sarà distrutto il cosmo. Scene apocalittiche degne di un film catastrofico. Con una nota di sollievo: non le vedremo prima di miliardi di anni
di Luca Zorloni (左露珂)
Pechino, 11 agosto 2012 – I cinesi rimandano la fine del mondo a data da destinarsi. A chi ha fatto programmi apocalittici sulla scorta delle previsioni Maya non dispiaccia sapere che secondo uno studio pubblicato sulla rivista Science China – Physics, Mechanics & Astronomy bisogna spostare l’Armageddon in avanti di 16,7 miliardi di anni rispetto al fatidico 21 dicembre 2012. L’articolo, intitolato Dark Energy and fate of the Universe (Energia oscura e destino dell’Universo) e firmato dai professori Li Xiaodong, Wang Shuang, Huang Qingguo, Zhang Xin e Li Miao dei dipartimenti di fisica degli atenei di Pechino, Hefei e Sheyang, presenta le conclusioni di una ricerca sull’energia oscura.
Il modello sviluppato dagli scienziati asiatici conferma che l’espansione forzata del cosmo, in atto da 5 miliardi di anni, è destinata a proseguire fino al Grande Strappo, ovvero la distruzione dell’intero universo – dai pianeti agli atomi – sotto la pressione della forza oscura. La buona notizia è che il disastro non avverrà prima di poco meno di 17 miliardi di anni a dispetto del calendario Maya (oggi ricorre l'inizio dell'era attuale, 11 agosto 3114 avanti Cristo). Nell’articolo di presentazione della scoperta i cinque fisici spiegano che i loro calcoli sono risultati attendibili al 95,4% (pur sempre di previsioni a lunghissimo termine si tratta) e hanno dato buoni riscontri nell’applicazione agli studi ottici dello "spostamento verso il rosso", il più antico strumento per la misurazione dell’universo.
La cronaca del giorno del giudizio descritta dagli scienziati cinesi sembra la scena clou di un film catastrofico. Prima sequenza: la pressione dell’energia oscura, di cui è costituito il 70% dell’universo, fa saltare uno dopo l’altro tutti i legami gravitazionali dello spazio. Seconda sequenza: la via Lattea si dissolve con 32,9 milioni di anni di anticipo rispetto al Grande strappo. Tre: due mesi prima dell’Armageddon la Terrà si sgancia dalla sua orbita intorno al Sole, cinque giorni prima è la Luna a staccarsi dal pianeta blu.Il sole esplode 28 minuti prima della fine dell'universo, la Terra 16 minuti prima. Niente, nemmeno il più piccolo granello di polvere può sfuggire al giorno del Giudizio. Neppure gli atomi: l’idrogeno va ko e viene annichilito pochissimi nanosecondi prima del gong finale.
Il merito di questa Apocalisse perfetta è dell’energia oscura. Si tratta di una forma di energia a pressione negativa che si può individuare in tutto lo spazio ed è lo strumento più comune tra i fisici per giustificare l’espansione accelerata del cosmo. Il nome si deve a Michael Turne. Dal 1998, anno in cui dal Berkeley Lab arrivò la conferma dell’espansione del cosmo per mezzo di studi sulle stelle supernovae, l’energia oscura è la pistola fumante che gli astrofisici cercano per dare un’identità alla massa-energia mancante dell’universo (circa il 72% su un totale di 95%). La sua natura però è tutt’oggi avvolta nel mistero. La scienza ha acquisito il fatto che sia omogenea, abbia una bassa densità e interagisca solo con la gravità tra le forze fondamentali, ma dell’energia oscura si sa poco d’altro perché è difficile immaginare esperimenti di laboratorio con cui scovarla.
La sua esistenza è però determinante per la sopravvivenza del cosmo così come lo conosciamo. Gli scienziati cinesi si sono basati su una teoria di espansione "divergente" dell’universo, nella quale l’energia oscura cresce continuamente fino a imporsi e annullare le altre forze, tra cui quelle di gravità, elettrica e nucleare, e distruggere di conseguenza il cosmo con il cosiddetto "grande strappo" (Big Rip). Ma secondo altri modelli l’energia oscura nel tempo potrebbe esaurirsi o diventare attrattiva. In questo caso l’universo sarebbe comunque destinato alla distruzione per via della collisione di tutti i suoi elementi attirati da una super forza di gravità. Pianeti, stelle, galassie e atomi, l’uno contro l’altro. Come in un fatale autoscontro.
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