Shifang, vincono i manifestanti: la fabbrica non si farà
I cittadini di Shifang hanno ottenuto la cancellazione del progetto per una nuova fabbrica ad alto pericolo di inquinamento. La polizia ha rilasciato 21 dei 26 fermati per gli scontri. Una vittoria inusuale in Cina, e ricca di significato
I cittadini di Shifang hanno ottenuto la cancellazione del progetto per una nuova fabbrica ad alto pericolo di inquinamento. La polizia ha rilasciato 21 dei 26 fermati per gli scontri. Una vittoria inusuale in Cina, e ricca di significato
Chengdu, 4 luglio 2012 - La battaglia dei manifestanti di Shifang è stata vinta, 2 volte. Il governo della città di Shifang ha deciso di rendere definitivo lo stop alla costruzione dell'impianto di lavorazione del rame contro cui erano scese in piazza migliaia di persone nei giorni scorsi. Inoltre, seconda decisione controcorrente, la polizia ha rilasciato 21 dei 27 arrestati. Si tratta di decisioni non comuni da parte delle autorità cinesi, solitamente poco inclini a tendere l'orecchio alle proteste dei cittadini.
I cittadini di Shifang, città nella provincia del Sichuan, hanno manifestato per 3 giorni per bloccare il progetto, allarmata dalla possibilità di ulteriori danni all'ambiente e alla propria salute provocati dagli agenti chimici che sarebbero stati utilizzati nella fabbrica. Nelle aree circostanti, sono già numerose le aziende ad alto potenziale inquinante e non sono infrequenti i casi di malattia. Il capo della sezione locale del Partito Comunista, Li Chengjing, ha affermato che l'impianto avrebbe portato molti nuovi posti di lavoro in città, ma, tenuto conto dell'opposizione popolare, ha annunciato la decisione di annullare la costruzione.
Le proteste, iniziate nella giornata di domenica, in seguito alla firma dell'accordo con l'azienda Sichuan Hongda, sono sfociate lunedì in momenti di violenza, quando alcuni dei manifestanti avrebbero rovesciato auto e lanciato pietre contro le finestre del palazzo del governo locale, dove sarebbero riusciti ad entrare dopo aver sfondato la linea di difesa della polizia, che ha reagito con il lancio di lacrimogeni e altre armi. In seguito agli scontri, 13 persone sono rimaste ferite, mentre alcune ong riportano anche la notizia, non confermata, di due decessi. Le forze di polizia paramilitare continuano a sorvegliare i luoghi della manifestazione, ma la situazione sembra essere tornata alla calma.