Hong Kong tornata cinese da 15 anni L’isola “tiepida” con i vicini di casa
Tre giorni ad Hong Kong per Hu Jintao: tra celebrazioni e accordi con il nuovo governo locale, il presidente dovrà anche fare i conti con le migliaia di manifestanti pronte a scendere in piazza, tifone permettendo
Tre giorni ad Hong Kong per Hu Jintao: tra celebrazioni e accordi con il nuovo governo locale, il presidente dovrà anche fare i conti con le migliaia di manifestanti pronte a scendere in piazza, tifone permettendo
di Valeria Gazzoni
Hong Kong, 29 giugno 2012 - Il presidente della Repubblica Popolare Cinese Hu Jintao è giunto oggi a Hong Kong, dove rimarrà fino a domenica per celebrare il 15esimo anniversario del ritorno della ex-colonia britannica alla Cina. Da allora, tra Pechino e la Regione Amministrativa Speciale vale il rapporto di "un paese, due sistemi", secondo il quale Hong Kong ha una gestione completamente autonoma dalla capitale cinese fatto salvo che per questioni di affari esteri e difesa. Per questo motivo, qui è prevista la possibilità di manifestazioni e la libertà di stampa è largamente rispettata. Tanto è vero che i maggiori quotidiani locali come il democratico Apple Daily e la importante pubblicazione in inglese South China Morning Post riportano da qualche giorno notizie di proteste e malcontento presso la popolazione hongkonghese, mentre l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua, nell'ambito della sua copertura completa delle attività previste per la celebrazione dell'importante evento, si è impegnata a rimarcare la situazione di unità e armonia tra continente e provincia.
Secondo il censimento 2011 dei cittadini di Hong Kong, nei dati riportati da Xinhua, ben il 46,5% degli isolani ha affermato di padroneggiare il cinese mandarino, con uno stacco di 13,2 punti rispetto al 2001. La lingua ufficiale della Repubblica ha scalzato l'inglese come seconda lingua parlata dagli hongkongesi: in 15 anni, i rapporti economici tra le zone entro e oltre frontiera si sono intensificati a tal punto da portare i datori di lavoro a richiedere come competenza fondamentale agli aspiranti dipendenti proprio la conoscenza del putonghua (almeno l'11% degli intervistati da JobsDB), lingua entrata anche nel curriculum scolastico, dove è prevista per la maggior parte degli anni di scolarità e nelle università, e parlata da commercianti e ristoratori, data la vasta presenza di turisti in arrivo dal continente.
Ma per molti hongkonghesi la presenza dei compatrioti è vista piuttosto come un'invasione. Molti sono coloro che, pur vivendo nelle metropoli al di là della frontiera, investono ingenti capitali nell'edilizia della ex-colonia, un bene rifugio tra i più sicuri in tempi di crisi finanziaria in quanto Hong Kong è terza solo dopo Londra e Monaco per valore del mattone al metro quadro (dati 2007), e così facendo contribuiscono alla crescita spropositata dei, proibitivi, prezzi delle case. Altro motivo di rancore tra gli abitanti sono i viaggi verso gli ospedali della ex colonia compiuti dalle donne, benestanti, del continente che aggirano in questo modo la legge del figlio unico, da cui gli hongkonghesi sono esentati. A tutto questo si aggiunge la crescente disparità di reddito tra ricchi e poveri e l'immobilismo politico (a Hong Kong il suffragio universale è teoricamente vigente ma mai implementato) che molti imputano a una sempre maggiore influenza di Pechino negli affari interni del governo di Kowloon e Victoria Harbour.
Il presidente Hu Jintao, nella sua precedente visita sull'isola, compiuta 5 anni fa, dovette fronteggiare aspre proteste e manifestazioni che avevano raccolto migliaia di persone per le strade di Hong Kong. Hu, accolto oggi da una imponente parata militare, si trova in città anche per presiedere al passaggio di consegne tra il presidente uscente della Regione Amministrativa Speciale, Donald Tsang, e il suo successore Chun-Ying Leung, considerato molto vicino a Zhongnanhai e, per questo, spesso poco apprezzato dai suoi concittadini. In questa occasione, Hu Jintao, a sua volta vicino alla scadenza del mandato, stringerà nuovi patti di collaborazione con il governo di Hong Kong, ad integrazione del presente Closer Economic Partnership Agreement, che porteranno la città a diventare la principale piazza per l'internazionalizzazione dello yuan. Mafuori dai palazzi del potere ad attendere il capo dello stato ci saranno anche migliaia di manifestanti che solo il tifone Doksuri, atteso sull'isola nella giornata di sabato 30 giugno, potrebbe tenere lontani dalle piazze.