Maturità 2012: Seconda prova in lingua per giovani (e temerari) discepoli di Confucio
Dopo il debutto di qualche anno fa, sono ancora pochissimi i coraggiosi maturandi che si cimentano con una seconda prova tutta in caratteri e toni. Ma lo studio del cinese è un'avventura lunga una vita e prima si inizia, meglio è
Dopo il debutto di qualche anno fa, sono ancora pochissimi i coraggiosi maturandi che si cimentano con una seconda prova tutta in caratteri e toni. Ma lo studio del cinese è un'avventura lunga una vita e prima si inizia, meglio è
di Valeria Gazzoni
Milano, 21 giugno 2012 - Anche l'esame di maturità 2012 ha previsto la possibilità per i liceali che hanno seguito almeno 3 annualità di cinesedi svolgere la seconda prova in questa lingua affianco alle più consolidate inglese, francese, tedesco e spagnolo. Mentre gli studenti del classico si lamentano per una versione troppo complessa e quelli dello scientifico sono soddisfatti delle loro prove di matematica, alcuni studenti, molto pochi in tutta Italia, solo 2 ragazze su 51 allievi al liceo Manzoni di Milano, si sono cimentati con una seconda prova in caratteri e toni. Anche loro hanno potuto scegliere tra l'analisi del testo e la scrittura di un tema libero, opzione troppo rischiosa e scartata a prescindere dai più. Per le tracce di comprensione del testo gli studenti si sono trovati di fronte un brano dello scrittore contemporaneo Su Tong e un breve articolo di attualità a proposito del riscaldamento globale.
Ai temerari maturandi che hanno affrontato la prova sono state messe a disposizione le canoniche 6 ore per sviscerare 25-30 righe fitte fitte di ideogrammi, rispondere a 3 domande relative al testo e prodursi in un breve riassunto del brano e in una composizione di almeno 200 caratteri. Con l'aiuto dell'indispensabile dizionario mono o bilingue, i nostri si sono messi all'opera sfidando la calura milanese alla ricerca della concentrazione necessaria. Intervistata da Il Giorno, Marta, maturanda del Liceo Manzoni di Milano che ha lavorato sulla traccia letteraria, un brano di Su Tong sull'infanzia in Cina, ha parlato di una prova alla sua portata, ma ha confidato di aver avuto difficoltà a districarsi nella rete di periodi e figure grammaticali intessuta dallo scrittore di "Mogli e concubine", da cui è stato tratto il noto "Lanterne rosse" di Zhang Yimou.
Se le domande erano piuttosto semplici, molto aderenti al testo e all'etimologia dei vocaboli presenti, la difficoltà si trovava nella scelta dei caratteri da utilizzare nelle risposte e nello sforzo mnemonico necessario per farli emergere dalla mente e fargli raggiungere il foglio protocollo in forma corretta. La lingua cinese è affascinante quanto dispettosa: un tratto di meno o un uncino di troppo possono compromettere la comprensione o stravolgere il significato di quanto si è scritto. Proprio per questo la calligrafia era una delle doti più ambite, dai mandarini ma anche dai guerrieri dell'antica Cina. E proprio per questo, avvicinarsi alla lingua e alla cultura cinese fin dal primo anno delle scuole superiori è una possibilità in più per padroneggiare la lingua in modo più esaustivo e coerente rispetto alle possibilità offerte dai corsi universitari. Come diceva Confucio, "ci sono due errori possibili lungo la via verso la verità. . . non andare fino in fondo, e non iniziare": per i maturandi, ormai a metà strada, jiayou! (forza!)