Milano, 7 giugno 2012 - In continuo aumento i rapporti economici che legano Italia e Cina. Le 230 imprese italiane sbarcate nel Paese del Dragone nel 2006 sono diventate 900 nel 2012 per un volume totale degli scambi che ha raggiunto i 50 miliardi di dollari, cifra che si prevede sfonderà gli 80 miliardi nel 2015. Questi sono alcuni dei dati presentati oggi nel corso di "China capital summit 2012" evento tenutosi oggi a Milano a cui hanno preso parte importanti rappresentanti diplomatici dei due paesi e manager di influenti aziende e banche italo-cinesi.
Secondo Roberto Nicastro, direttore generale di Unicredit, la presenza in Cina per le imprese italiane non è più solo una opportunità ma è diventata "una necessità" per chi vuole ottenere visibilità a livello internazionale. Altra motivazione per ambire a collaborazioni con il paese orientale è che si tratta di un mercato in continua espansione, che offre prospettive di business anche negli anni peggiori della crisi che ha sconvolto Usa ed Europa, promettendo una via di uscita per le aziende alla ricerca di un traino per uscire dallo stallo dell'economia nostrana. Secondo le analisi della banca d'investimenti americana Merrill Lynch, la Cina crescerà il prossimo anno dell'8%, mentre per il 2013 si prevede un forte calo dell'inflazione.
I settori più promettenti restano quelli relativi al made in Italy: in crescita del 26% il segmento dei beni di lusso, principale bacino degli investimenti da parte delle aziende del tricolore. "Ad influenzare i consumi in questo ambito - dice Luca Gubitosi, responsabile Italia di Merrill Lynch - sarà l'aumento del 48% della popolazione over 40 e il rafforzamento delle condizioni della classe media". E' questo il motivo per cui il mercato interno cinese si sta orientando sempre più verso l'industria e il settore dei servizi a discapito della produzione agricola, settore fin qui dominante.
Secondo quanto emerge dalla tavola rotonda milanese, le nostre imprese dovrebbero puntare tutto su energy saving, information technology, ambiente, biotech, handle equipement, automative ed settore energetico. Mentre la chiave per far appassionare gli investitori cinesi all'Italia sta nel cercare di aumentare la loro fiducia e conoscenza verso il nostro paese: l'Expo milanese del 2015 sarà una chance da non sprecare. "Per l'occasione e' previsto l'arrivo di un milione di cinesi - sottolinea Attilio Massimo Tannucci, ambasciatore italiano a Pechino - a beneficiarne saranno soprattutto i nostri imprenditori e tutto l'indotto economico del turismo in Italia".