Roma, 29 maggio 2012 - Pechino e l'Italia collaboreranno nel riciclo di uno dei più dannosi materiali di scarto: l'olio usato. Il Consorzio obbligatorio degli oli usati offre alla Cina la "soluzione italiana" al problema dei lubrificanti, esportando l'eccellenza del nostro modello nel recupero e nel riutilizzo di questo rifiuto pericoloso. La delegazione del Coou, guidata dal presidente Paolo Tomasi, ha partecipato al quarto Convegno annuale sull'industria della rigenerazione degli oli usati ad Anqing e ha sottoscritto un protocollo d'intesa con la China national resources recycling association che prevede il "trasferimento del know-how italiano per gli aspetti normativi e regolamentari, le esperienze di organizzazione di raccolta e le tecnologie di rigenerazione".
Il Consorzio e la sua filiera, costituita da aziende di raccolta e di rigenerazione, hanno sviluppato una best practice che rende esportabile il modello italiano in tutte quelle economie avanzate nelle quali il "problema olio lubrificante usato" è particolarmente significativo. La missione del Consorzio in Cina s'inserisce negli accordi italo-cinesi sulla tutela ambientale ed è sostenuta dall'approvazione del ministero dell'Ambiente, della tutela del Mare e del Territorio. Tutto questo in coerenza con gli orientamenti del governo cinese che attribuiscono una forte priorità a tutti gli aspetti ambientali, con particolare attenzione al recupero/riciclo delle materie prime e, in generale, all'abbattimento dell'intensità energetica.