Cina, parola d’ordine: investire sul talento “E’ la chiave per la crescita”
Mentre i paesi europei adoperano misure di austerità per lottare contro la crisi, il Paese del Dragone reinventa il suo modello di crescita economica dando nuova importanza al capitale umano
Mentre i paesi europei adoperano misure di austerità per lottare contro la crisi, il Paese del Dragone reinventa il suo modello di crescita economica dando nuova importanza al capitale umano
Pechino, 15 maggio 2012 - La Cina investe nell'educazione per stabilizzare la sua crescita: puntare sul capitale umano è la nuova strategia di Pechino per consolidare la sua leadership mondiale nel nuovo millennio. Secondo i cifre ufficiali pubblicate in questi giorni, i lavoratori cinesi sono sempre più qualificati, grazie a una migliore educazione. Ecco i dati. Il paese può contare su 120 milioni tra lavoratori qualificati, professionisti e impiegati di tipo manageriale, una cifra che equivale all'11% della forza lavoro nazionale. Ad oggi, si calcola che 1 lavoratore su 8 ha ricevuto un'educazione superiore, mentre nel 2008 il rapporto era di 1 a 10. Secondo il piano decennale di sviluppo 2010-2020, al termine di questo periodo un quinto della popolazione in età attiva avrà ricevuto un'educazione superiore, permettendo così di raggiungere i 180 milioni di lavoratori qualificati, ovvero il 16% della forza lavoro. Per raggiungere questo traguardo, Pechino ha stanziato nel 2010 un investimento pari al 12% del Pil, finanziando progetti rivolti all'educazione, alla salute ed alla ricerca e sviluppo.
Liu Xin, docente presso l'Istituto di organizzazione aziendale e risorse umane della Renmin University, ha affermato che queste cifre indicano un passaggio da un modello di crescita focalizzato sugli investimenti e sul denaro a un modello orientato alla valorizzazione di competenze ed educazione. Liu ha spiegato che il rapido sviluppo del paese negli ultimi trent'anni si stato basato su massicci capitali monetari, ma il suo successo è stato determinato dalla presenza di una forza lavoro a poco prezzo. "Ora il governo ha realizzato la necessità di modificare il proprio modello di sviluppo e di sostenere questa crescita puntando sulla creazione e lo sviluppo di talento". Il docente ha aggiunto che sebbene la Cina disponga dello staff di ricercatori scientifici più grande al mondo, ancora non riesce a tenere il passo sul piano della creatività e dell'innovazione. Il problema starebbe nel rapporto tra enti pubblici e imprese private: la Cina dovrebbe accettare il ruolo chiave del settore privato nel creare innovazione e quindi "creare un ambiente più favorevole per la crescita e lo sviluppo delle proprie risorse umane piuttosto che basarsi sull'importazione di tecnologie straniere", ha concluso.