Pechino, 9 maggio 2012 - L'amministrazione della capitale cinese ha annunciato un giro di vite per il controllo dell'inquinamento dell'aria. Tra questi, ha annunciato oggi la prossima chiusura di 66 aziende responsabili di grandi livelli di emissioni di sostanze nocive all'ambiente e alla salute. Ma non è tutto: nei prossimi 5 anni, saranno ben 1200 tra i più grandi inquinatori ad essere costretti a staccare la spina, secondo quanto afferma Zheng Zaihong, portavoce dell'ufficio competente. Zheng ha citato le statistiche relative ai controlli effettuati nel territorio, che affrmano che il 22% delle emissioni di polveri sottili in città deriva dalle industrie locali, aggiungendo che la chiusura delle strutture più inquinanti è, quindi, di "primaria importanza" per il benessere della popolazione.
Le 1200 aziende che hanno già ricevuto la sentenza definitiva sono per lo più fonderie, impianti chimici e fabbriche di arredamento, ha spiegato Zheng. Il governo locale introdurrà, inoltre, delle misure di regolamentazione e di ispezione per le industrie afferenti ad alcuni settori chiave, come l'industria petrolchimica, in modo da ridurre ulteriormente le emissioni di sostanze inquinanti.
Pechino ha introdotto in gennaio lo standard PM 2.5 per la qualità dell'aria, che permette di monitorare il particolato fino ad una grandezza limite di 2,5 micrometri, uno standard notevolmente più accurato rispetto al PM 10 che lo ha preceduto. Nella giornata di ieri, 8 maggio, anche Shanghai ha annunciato che dal prossimo mese inizierà ad adottare il PM 2.5 per le misurazioni condotte nella città e nel delta del fiume Yangtze.