“Urban China Initiative”
le città cinesi
più vivibili
sono piccole e ricche


	
Vista sullo skyline di Pechino
di Valeria Gazzoni

Pechino, 4 maggio 2012 - Le città cinesi medio-piccole permettono uno stile di vita più sostenibile rispetto alle megalopoli come Pechino e Shanghai. Questi sono i risultati delle analisi condotte dalla Urban China Initiative, un think tank promosso dalla Università Tsinghua, dall'Istituto McKinsey & Company e dalla Columbia University. La ricerca targata 2012 giunge due anni dopo la pubblicazione della prima edizione dello studio. L'iniziativa si propone di misurare la sostenibilità delle 112 maggiori città del paese usando 17 indicatori divisi in quattro categorie: società, economia, ambiente e risorse.

Pechino ha conquistato il primo posto della classifica grazie agli ampi investimenti nel campo del welfare e alla buona situazione economica locale. Le 10 città con il miglior punteggio complessivo, tra cui Xiamen, Haikou, Dalian e Shanghai, sono tutte città medio-grandi, ma quelle che primeggiano nel campo della sostenibilità ambientale sono quelle di dimensioni inferiori. Secondo la ricerca, Haikou, sull'isola di Hainan, ha la migliore qualità dell'aria, mentre Hefei, capitale dell'Anhui, è la migliore nelle infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti. Xining, capitale del remoto Qinghai, vanta il miglior rapporto tra intervento umano e ambiente.

"Questo risultato dimostra che le città minori hanno una migliore qualità di vità, mentre chi vive nelle mega-città come Pechino e Shanghai avrà un migliore accesso alle risorse mediche ed educative" ha spiegato Jonathan Woetzel, vice presidente della Urban China Initiative e senior global director di McKinsey. Il reddito pro-capite nelle 112 città va da 10.000 a 30.000 yuan (da 1.200 a 3.600 euro) e le analisi hanno riscontrato che un reddito maggiore porta a migliori performance di sostenibilità ambientale, "è una scoperta molto incoraggiante, che indica che molte città cinesi possono ora far andare di pari passo crescita economica e rispetto per l'ambiente" ha concluso Woetzel.

Il tasso di urbanizzazione cinese ha superato il 50% per la prima volta nel 2011, indicando che la popolazione cinese risiede per la maggior parte in città sta , ed è previsto che altri 300 milioni di persone abbandoneranno la campagna entro il 2030, portando questo valore al 75%. Il significato in termini economici di questo dato è la possibilità per il mercato locale dei consumi di ampliarsi ulteriormente.

Woetzel afferma che i governatori locali avranno un ruolo cruciale nell'individuare una strategia di sviluppo che assicuri la sostenibilità nei prossimi decenni. Yin Chengzhi, professore associato della Scuola di amministrazione pubblica dell'Università Tsinghua, ha affermato che diverse strategie di crescita per alcune città di seconda e terza fascia sono in attesa di approvazione da parte della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme, strategie che potranno dare un'ulteriore accelerazione all'urbanizzazione cinese.

 

 

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