Non voglio più gli occhi a mandorla cinesi dal chirurgo per somigliare agli occidentali
Milioni di cinesi ricorrono ogni anno alla chirurgia plastica per somigliare ai divi occidentali. I tratti distintivi della bellezza orientale vengono sacrificati per omologarsi ai canoni estetici nostrani, con costi altissimi e gravi rischi per la salute
Milioni di cinesi ricorrono ogni anno alla chirurgia plastica per somigliare ai divi occidentali. I tratti distintivi della bellezza orientale vengono sacrificati per omologarsi ai canoni estetici nostrani, con costi altissimi e gravi rischi per la salute
di Graziella Leporati
Milano, 3 maggio 2012 – C’erano una volta gli occhi a mandorla. Tratti distintivi di una bellezza orientale che oggi sempre più donne, soprattutto cinesi, vogliono cancellare a colpi di bisturi per assomigliare ai modelli occidentali. La nuova frontiera della chirurgia estetica contagia l’Oriente e a dare il senso delle proporzioni di un fenomeno in costante crescita sono i numeri: ogni anno circa 3 milioni di cinesi ricorrono al chirurgo plastico per un totale di 1.7 miliardi di euro spesi; 200mila sono le persone coinvolte in questa industria, tra medici e infermieri; circa 300mila, invece, le persone che rimangono sfigurate o paralizzate a seguito di interventi non riusciti.
“Si tratta di una tendenza che negli ultimi anni è cresciuta notevolmente, anche tra le donne orientali residenti in Italia – conferma il dottor Alfredo Borriello, direttore dell’unità operativa di Chirurgia Plastica dell’Ospedale Pellegrini di Napoli – Non sono poche le pazienti che, provenendo dall’Oriente, si sono rivolte al mio studio per richiedere diversi interventi di chirurgia estetica tra i quali, aumento del volume del naso, ritocco della forma degli occhi ma anche quella di guancia e mento, per mostrare un viso meno tondeggiante e, quindi, più occidentale.” Tra il popolo orientale, infatti si è ormai imposto il canone di bellezza europeo-americano, rafforzato anche dal successo che la moda riscuote in tutto il mondo. E così, c’è chi è addirittura disposto a rischiare la propria vita pur di assomigliare al modello occidentale. “E’ un’ossessione che porta pazienti anche molto giovani a volersi trasformare a tutti i costi, a modificare completamente i propri lineamenti per assomigliare alle star holliwodiane più in voga del momento - continua il dottor Borriello – a questo va ad aggiungersi purtroppo il fenomeno sempre più dilagante delle cliniche low cost, spesso gestite da chirurghi improvvisati che il più delle volte non hanno alcuna esperienza nel settore, che danno vita a numerose operazioni non riuscite, che possono condurre anche alla morte".
Dall’esperto arriva quindi un appello al buon senso: “A volte basterebbe imparare ad amarsi un po’ di più, a considerarsi creature uniche al mondo, a capire che l’omologazione anche fisica è innaturale e irrispettosa soprattutto verso se stesse -. osserva Borriello - La chirurgia non dovrebbe trasformare il nostro viso o le nostre forme, a meno che non si intervenga per limitare grossi difetti fisici che spesso causano complessi e disagi. Un’ossessione , a volte, può costare la salute”.