Pechino, 2 maggio 2012 - Forse ce lo aspettavamo, ma ora è stato messo nero su bianco: i cinesi sono un popolo di lavoratori instancabili. Un sondaggio ha registrato le abitudini lavorative dei cinesi e ne è emerso che circa la metà degli intervistati supera le otto ore lavorative giornaliere previste dalla legislazione nazionale e che gli straordinari proseguono anche sul divano di casa.
La ricerca ha coinvolto 30.000 persone residenti in 28 diverse città cinesi. E' stata condotta dall'Istituto di statistica per le scienze sociali, in collaborazione con l'Università di Pechino e l'agenzia di recruiting online Zhaopin.com. Agli estremi si trovano il 30% dei rispondenti, che dichiara di dedicare più di 10 ore al lavoro, e il 17,35% che dichiara di restare sotto le 8 ore quotidiane, mentre l'impiegato medio trascorre 8 ore e 40 minuti alla scrivania. Ben il 66% degli intervistati ammette di dover dedicare più di mezz'ora al lavoro anche dopo essere rientrato tra le mura domestiche.
"Mi sento come se iniziassi a lavorare nel momento stesso in cui apro gli occhi la mattina per non finire finchè non mi addormento la sera" ha confidato Fan Min, 26 anni, agente immobiliare a Pechino. In genere il suo orario va dalle 9 del mattino alle 9 di sera con un'ora di pausa per il pranzo. Ha lavorato anche ieri, 1 maggio e festa dei lavoratori: "per me e i miei colleghi è normale lavorare nei weekend o nei giorni festivi, perchè la maggior parte dei nostri clienti ha tempo per vedere gli appartamenti solo in giornate non lavorative" ha detto Fan, aggiungendo che percepisce una paga triplicata in occasioni come questa.
Le motivazioni che spingono Feng Nan, 27 anni, PR a Pechino, a fare gli straordinari sono di altro tipo: "Il nostro capo lavora come un'ape operaia e vorrebbe che anche tutti noi facessimo come lui. Come posso andarmene mentre lui è ancora alla sua scrivania?". Feng Tongqing, esperto dei diritti dei lavoratori, ammette che l'emulazione del vecchio Stakanov è spesso necessaria per stare al passo con i concorrenti, specialmente per le aziende che operano in economie in forte sviluppo come quella cinese. E il fenomeno si accentua laddove i sindacati sono troppo deboli per garantire un orario di lavoro ragionevole e una paga adeguata. La crisi globale è un altro fattore che acuisce la competizione tra i lavoratori e tra le imprese. "Molte piccole e medie imprese devono lottare ferocemente per la propria fetta di mercato. I proprietari trasferiscono la pressione ai loro dipendenti, che devono sudare ancor di più per la sicurezza del loro posto di lavoro" ha sottolineato Feng.
Delle 28 città sotto analisi, lo scettro dei lavoratori più zelanti tocca a Canton, con una media sopra le 9 ore lavorative al giorno, mentre altre 14 città la tallonano con più di 8 ore quotidiane. Canton è anche la metropoli che dorme meno in tutta la Cina, i lavoratori qui dormono mediamente non più di 7 ore e 12 minuti. I lavoratori di Pechino, Shanghai e altre 3 città sono vessati anche da più di un'ora di viaggio per raggiungere il posto di lavoro.