E ora Foxconn manda i suoi operai
in viaggio premio a Taiwan


	
  L'azienda taiwanese, a lungo sotto i riflettori per i numerosi casi di suicidio tra i suoi dipendenti, cerca così di combattere la cattiva reputazione e aumentare la produttività, contro le flessioni sul mercato.
operaie alla catena di montaggio Foxconn
 

L'azienda taiwanese, a lungo sotto i riflettori per i numerosi casi di suicidio tra i suoi dipendenti, cerca così di combattere la cattiva reputazione e aumentare la produttività, contro le flessioni sul mercato.



di Valeria Gazzoni

Taipei, 23 aprile 2012 - Nella giornata di ieri un nutrito gruppo di operai della Foxconn Technology Group è atterrato all'aeroporto di Taoyuan, a Taiwan. Gli operai della società di origine taiwanese non sono qui per protestare contro le proibitive condizioni in cui si trovano a lavorare, e nemmeno per manifestare perché le loro paghe sono troppo basse rispetto al costo dei prodotti che contribuiscono a costruire. Si trovano a Taiwan per un viaggio premio, a spese dell'azienda.

I 216 operai della catena di montaggio dell'azienda, partner di riferimento di Apple, balzata alle cronache per l'alto numero di suicidi tra i suoi collaboratori, trascorreranno i prossimi giorni visitando le maggiori attrazioni del paese. Provenienti da 17 province cinesi e impiegati in 21 diversi impianti, hanno ottenuto il soprannome di "le stelle di Foxconn", grazie alle loro altissime performance lavorative e al buon rapporto con superiori e colleghi.

Il viaggio premio sarebbe parte delle nuove politiche aziendali per ridurre lo stress dei lavoratori e spronarli a raggiungere ancor più alti standard di produttività, secondo quanto detto dal patron di Foxconn, Terry Gou.

Nonostante il numero dei suicidi sia alto, purtroppo, in numerosi altri impianti industriali cinesi, Foxconn è stata particolarmente presa di mira dalla stampa e dalle organizzazioni internazionali, come la Fair Labor Association, con l'accusa di costringere i lavoratori a turni interminabili, a una forte competizione e a paghe bassissime. La casa taiwanese è corsa ai ripari dichiarando aumenti dei salari e riduzioni negli orari, mentre anche Tim Cook, ceo di Apple, è intervenuto visitando di prima persona gli stabilimenti e trattando con i dirigenti per ottenere migliori condizioni di lavoro per i dipendenti.

Oltre alle questioni di tipo etico e sociale, Foxconn dovrà anche affrontare le difficoltà che deriveranno dalle previsioni al ribasso per le vendite di smartphone e tablet pc in seguito a un calo della domanda a livello globale.

 

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