Hong Kong, 18 aprile 2012 - La China Central Television (CCTV) ha intenzione di ampliare la sua offerta verso gli stranieri. L'investimento previsto è di più di 7 miliardi di dollari e giunge in seguito all'inaugurazione, lo scorso anno, dei canali in lingua araba e russa che si sono aggiunti ai più consolidati in inglese, francese e spagnolo.
La notizia è stata annunciata da Cao Ri, direttore del Servizio Internazionale della Tv pubblica cinese, all'interno di un convegno organizzato a Hong Kong dal Foreign Correspondents' Club. Cao ha dichiarato che l'obiettivo di questa manovra commerciale è di "fare in modo che all'estero la Cina sia capita e conosciuta, per essere un ponte di comunicazioni e per rispondere meglio alla richesta di informazioni sulla Cina che avvertiamo nel mondo intero, seguendo lo slogan di essere Obiettivi, Tempestivi, Efficaci, Affidabili e Accurati e fornendo una visione del mondo attraverso occhi asiatici''.
Gli "occhi asiatici" sono spesso quelli del Partito Comunista cinese, poichè tutto il sistema dei mass media cinese è posto sotto stretto controllo da parte della Sarft (State administration of radio, film and television), organo esecutivo del Consiglio di Stato. A questo proposito Cao afferma: "sono consapevole delle nostre debolezze, ma credo che il nostro dovere sia quello di sfruttare i nostri vantaggi, come l'accesso all'intera Cina, e una redazione in Repubblica Popolare Democratica della Corea e in Myanmar. Io sono molto ottimista per il futuro, e sono impaziente di vedere il giorno in cui anche la Cctv potrà diffondere notizie come la vittoria del Premio Nobel per la Pace'', riferendosi all'assegnazione nel 2010 del premio al dissidente Liu Xiaobo, in carcere per sovversione. ''Dal momento che negli ultimi trent'anni, da quando la Cina si è aperta sul mondo, i cambiamenti sono stati enormi, e l'apertura continuerà sempre più: ci vuole tempo, ma la Cina sta cambiando''.
Cao, 45 anni, studi a cavallo tra Cina e Inghilterra, egli stesso membro del partito, ha dichiarato che "oggi, non è certo necessario appartenere al Partito per essere giornalista in Cina: però aiuta''.