Voce da usignolo e look da Barbie d’Oriente In Cina tutti pazzi per la donna bionica
Il prototipo di replicante del professore giapponese Ishiguro lascia a bocca aperte le platee del Paese di Mezzo. Perché questa donna perfetta sa cantare come una popstar e ha le movenze eleganti di una vera signora. Ma cosa cambia rispetto al passato?
Il prototipo di replicante del professore giapponese Ishiguro lascia a bocca aperte le platee del Paese di Mezzo. Perché questa donna perfetta sa cantare come una popstar e ha le movenze eleganti di una vera signora. Ma cosa cambia rispetto al passato?
di Luca Zorloni (左 露珂)
Hong Kong, 16 aprile 2012 - Tutti pazzi per la donna bionica. Succede in Cina. Lunghi capelli lisci neri, labbra sottili e carnose, abitini chic che esaltano la silhouette elegante. Una maxi Barbie d'Oriente, dotata persino di una voce da usignolo. La donna perfetta è, come nell'omonimo film del 2004 che ha per protagonista Nicole Kidman, un robot. Durante un'esibizione canora nella piazza di un centro commerciale di Hong Kong, adagiata in una conchiglia piena di fiori, l'Eva d'acciaio ha spezzato i cuori di molti ragazzi accorsi a vederla. Il tifo è quello che si fa per le popstar o per i divi di Hollywood. Lei sorride compiaciuta, con una delle 65 espressioni facciali azionate dai 12 attuatori motorizzati ad aria compressa che muovono le varie parti del suo volto in gomma, accoglie gli applausi e mantiene infine la posa perfetta per essere fotografata dai paparazzi. Della diva ha tutto tranne il canonico nome freddo da laboratorio: Geminoid F, dove F sta per female, donna.
La donna perfetta è figlia di Hiroshi Ishiguro, direttore dell'Intelligent Robotics Laboratory della scuola superiore di ingegneria dell'Università di Osaka e luminare del settore: per dirne una, lo scienziato è noto alle cronache mondiali come "l'uomo che duplicò se stesso", perché tra le creature uscite dal suo laboratorio c'è anche il proprio clone in silicio. Era il 2006, il replicante si chiamava Geminoid H. Un primo esperimento - quello di copiare gli esseri umani - a cui ne seguirono altri, tra cui Geminoid DK, il sosia androide di un collega di Ishiguro, il professor Henrik Scharfe della Aalborg University in Danimarca. A differenza dei suoi predecessori però, la donna bionica è un gadget democratico: 110mila dollari rispetto 1,2 milioni dei primi modelli. Ma la spesa vale il piacere di vedere Geminoid F sorridere, aggrottare le sopracciglia se qualcosa la disturba e rispondere a tono alle domande di chi la intervista. Lo scorso settembre a Palermo una versione beta si era addirittura esibita in un brano di recitazione.
Il successo del Doppelgänger solletica il fatale interrogativo: è la fine di attori e cantanti? E' presto per gridare al tramonto della Hollywood in carne e ossa per far largo ai divi di silicio, benché gli effetti speciali ci abbiamo già abituato a miracoli (vedi l'Oliver Reed "resuscitato" al computer ne il Gladiatore, ndr) e Ishiguro abbia dichiarate intenzioni demiurgiche. A frenarle è il mercato dei replicanti, che per adesso si accontenta di androidi-gadget dai compiti più basici. Le avvenenti sorelle di Geminoid F, le cosiddette Actroid assemblate nell'università di Osaka, hanno un futuro come modelle nelle vetrine di Tokyo, dove sono già adoperati manichini semoventi che interagiscono con il prodotto, o come sex toys animati per soddisfare le fantasie dei loro acquirenti. Gli incubi di Blade Runner saranno lontani, ma il futuro dei robot rosa non promette bene, perché, dall'umano al replicante, l'immagine della donna perfetta non è andata oltre il consueto binomio velina-angelo del focolare. Colpa di Ishiguro? Per la sua donna bionica lui si è solo ispirato a quello che vede intorno: ''Definite cosa vuol dire umano - dice - e noi ne faremo una copia''.