Ding Wei plaude ai rapporti con l’Italia “Economia e cultura i motori del futuro” GUARDA LA VIDEOINTERVISTA
A margine dell'incontro all'Università di Bologna con Romano Prodi, l'ambasciatore cinese spiega perché il domani di Cina e Italia ha grandi prospettive. Crescono i numeri degli scambi commerciali dei due paesi e quelli dei rapporti tra le istituzioni culturali. "Complimenti a China Channel"
A margine dell'incontro all'Università di Bologna con Romano Prodi, l'ambasciatore cinese spiega perché il domani di Cina e Italia ha grandi prospettive. Crescono i numeri degli scambi commerciali dei due paesi e quelli dei rapporti tra le istituzioni culturali. "Complimenti a China Channel"
di Zhang Zheng
Bologna, 24 febbraio 2012 - Un appuntamento atteso, che ha coinvolto studenti e istitutizioni politiche: ieri “La conversazione di Romano Prodi con l'ambasciatore cinese” ha riempito l'aula Absidale all'Università di Bologna, che ha organizzato l'evento. L'Ambasciatore Ding Wei e l'ex premier Romano Prodi hanno discusso delle relazioni tra l'Italia e la Cina, della reciproca comprensione culturale e dello sviluppo economico. Il dibattito è partito dal concetto di “scambio culturale”. “Lo scambio culturale ha un ruolo insostituibile per promuovere le relazioni a 360 gradi tra l'Italia e la Cina”. Guarda la video intervista
Secondo Ding Wei "l'anno culturale tra l'Italia e la Cina ha dimostrato il reciproco rispetto tra le nostre due civiltà ed è un ottimo spunto per proseguire con simili iniziative. Allo stesso tempo - prosegue - la questione cruciale delle relazioni estere porta in primo piano il conflitto negli affari internazionali, generato proprio dalla mancanza di una vera comprensione tra i popoli dei diversi paesi. Esistono troppi pregiudizi e incomprensioni. Oggi i cinesi hanno una conoscenza dei paesi occidentali migliore di quella che l'Occidente ha nei nostri confronti. E mentre i cinesi hanno un'opinione positiva dell'Occidente, gli occidentali considerano di più gli aspettivi negativi della Cina”.
"Sono invidioso dell'Italia, dell'innovazione e dell'inventiva", ha detto l'ambasciatore, che ha poi ricordato i risultati di un sondaggio somministrato ai consumatori cinesi. I risultati parlano da soli: delle dieci marche preferite nel mondo, cinque sono italiane. "La marca è il risultato dell'invenzione e la Cina deve promuoverla maggiormente”. L'ambasciatore ha detto che nei prossimi cinque anni il Dragone punterà allo sviluppo del mercato interno. “Un'opportunità per noi ma anche per l'Europa. Adesso in Cina la percentuale dei consumi privati si aggira il tra 30-40%, contro il 75-80% di realtà come gli Stati Uniti. Dobbiamo avviare misure concrete per stimolare la domanda interna. Il Piano Quinquennale prevede import per un valore di 8mila miliardi di dollari. Credo che per qualsiasi paese sarà un'occasione”.
Ambasciatore Ding Wei, ha detto che nei prossimi cinque anni la Cina promuoverà lo sviluppo del mercato interno. Cosa ne pensa dei rapporti commerciali tra la Cina e l'Italia?
"Negli ultimi dieci anni il commercio tra la Cina e l'Italia è cresciuto del 19%. Se si considera che il commercio globale della Repubblica Popolare ha avuto un incremento annuale medio del 16.3%, la crescita degli scambi i nostri due Paesi è stata superiore alla media globale. L'anno scorso abbiamo raggiunto volumi commerciali pari a 51 miliardi di dollari. Ora abbiamo fissato un obiettivo di raggiungere 80-100 miliardi di dollari entro 2015, come avviane con Francia e Russia. Questo sforzo avrà importanti ricadute per per l'economia e l'occupazione dei due paesi".
La Cina e l'Italia sono due paesi dalle civiltà antiche e negli ultimi anni si sono approfonditi i rapporti di cooperazione tra le istituzioni educative, culturali e turistiche tra i due paesi stanno profondando. Ad esempio, più di 10mila studenti cinesi oggi studiano in Italia e il 2011 ha segnato il boom degli italiani che imparano il mandarino all'Istituto del Confucio. Lei come valuta questi dati?
"Sono segnali positivi. Gli studenti rappresentano il futuro dei nostri due paesi e gli scambi educativi sono una parte importante dei rapporti tra Cina e Italia. Se le due culture si conoscono meglio, migliore sarà la cooperazione tra di noi. In qualità di ambasciatore cinese posso dire che sono lieto che tanti studenti cinesi siano venuti a studiare in Italia. Gli scambi educativi si stanno sviluppando molto velocemente: oggi oltre 3.000 studenti italiani frequentano istituzioni scolastiche in Cina. E all'Istituto del Confucio va riconosciuto un ruolo molto importante, perché non solo provvede a insegnare la lingua cinese, ma collabora altresì a far comprendere agli italiani la nostra cultura".
L'"Anno culturale della Cina in Italia” è finito: nel 2012 si svolgeranno delle altre attività a promuovere le relazioni bilaterali?
"L'"Anno culturale della Cina in Italia” è stato un grande successo, è stato il più grande negli ultimi anni e ha permesseo agli italiani di conoscere di più la Cina. Sempre più italiani vogliono conoscere il nostro paese, perciò anche quest'anno continueremo a svolgere tante attività su cultura, sport e letteratura".
L'anno scorso Quotidiano.net ha lanciato il canale di informazione online “China Channel” proprio per permettere agli italiani di conoscere meglio la Cina. I contenuti vengono sviluppati in collaborazione con il gruppo Ningbo Daily perché anche i cinesi possano conoscere meglio l'Italia, Può darci qualche consiglio?
"Il più importante fattore di una cooperazione efficace tra due Paesi è proprio la promozione della reciproca comprensione e ritengo che la stampa siano uno dei mezzi più strategici. Sono contento di sapere che avete avviato questo progetto editoriale e spero che la collaborazione tra le vostre testate possa crescere ancora di più".