Sesto San Giovanni (Milano), 8 febbraio 2012 - Sembra di essere sul set di un film e invece è tutto vero. Sono gli effetti speciali dei maestri Shaolin, custodi della più antica arte marziale d’Oriente e ospiti allo Spazio Arte per la festa con cui l’Istituto Confucio dell’Università Statale di Milano ha chiuso le celebrazioni del Capodanno cinese. Due ore di veri e propri fuochi pirotecnici, destrezza, forza, pura energia, come quella che simboleggia il Dragone, segno zodiacale del 2012. Protagonisti della serata sono gli allievi dell’Istituto di arti marziali Shaolin di Songshan, località della Cina nota per culto delle tecniche di guerra. A cimentarsi in dimostrazioni della millenaria disciplina di combattimento un gruppo di dieci allievi, otto ragazzi e due ragazze altrettanto tenaci, tra i 16 e i 27 anni. Sul ring di Spazio Arte, davanti a una platea di oltre 100 persone, i duelli con frusta, spada, lancia e bastone (alcune delle 18 armi della panoplia shaolin) si alternano ad armoniose coreografie Taichi e alle estrose imitazioni delle tecniche di difesa degli animali.
Come in «Kung Fu Panda»: c’è la tigre feroce; l’aquila che plana ad ali spiegate; la rana centometrista; l’anatra goffa e le buffe scimmiette; battaglie millimetriche tra il grillo e lo scorpione. La battaglia diventa teatro, l’energia del taichi si sprigiona in placide onde del mare. Una danza, un mimo accompagnato dalle melodie tradizionali dell’Henan suonati dai musicisti dell’Università locale, ma qui si gioca pur sempre a fare la guerra. Lo dimostrano le prove di forza della tecnica del Qigong, eseguite solo dai maestri più esperti: lo spillo lanciato contro il vetro e trattenuto appena in tempo prima di spaccare il cristallo; l’inflessibile disciplina con cui i guerrieri spaccano barre di metallo, bastoni e mattonelle senza battere ciglio; le posizioni da contorsionista mantenute in perfetto equilibrio. Sesto applaude stupefatta. E come in ogni festa che si rispetti, c’è anche il momento corrida. Una versione made in China della partenopea Santa Lucia, eseguita con erhu e pipa, strumenti tradizionali cinesi, accompagna il canto degli spettatori e la prova di tecniche animali per i concorrenti italiani, con tanto di microlezione di lingua cinese, sono una versione light del duro allenamento dei guerrieri shaolin. Infine un augurio: «Xinnián kuàilè», felice anno nuovo.