Cina e Israele, un’amicizia lunga 20 anni Il futuro? Commercio e pace in Medio Oriente
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ambasciatore cinese Gao Yanping celebrano la ricorrenza dell'istituzione dei rapporti diplomatici nel 1992. Parola d'ordine della festa, aumentare i volumi degli scambi economici. E Pechino punta a un ruolo dirimente sullo scacchiere internazionale, proponendosi come potenza che coopera alla pace nella zona
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ambasciatore cinese Gao Yanping celebrano la ricorrenza dell'istituzione dei rapporti diplomatici nel 1992. Parola d'ordine della festa, aumentare i volumi degli scambi economici. E Pechino punta a un ruolo dirimente sullo scacchiere internazionale, proponendosi come potenza che coopera alla pace nella zona
Di Luca Zorloni (左露珂)
Pechino, 26 gennaio 2012 – Israele-Cina, una storia lunga vent’anni. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha celebrato ieri la ricorrenza dell’istituzione di rapporti diplomatici tra i due paesi, avviati dal 1992. La grande Muraglia e il muro del pianto, la Spianata delle Moschee e il Tempio del Cielo, il grande timoniere e i grandi profeti. Netanyahu ha puntato sulla storia millenaria delle due civiltà e tributato al Dragone onori per la protezione che offrì agli israeliani durante l’Olocausto: “Noi ricordiamo sempre i nostri amici, chi ci ha teso una mano nei momenti più bui e alla Cina siamo grati per questo”.
Pechino e Gerusalemme sono solo all’inizio secondo il premier, la relazione tra i due paesi è destinata ad aumentare esponenzialmente. Con occhio di riguardo agli affari. “Abbiamo discusso di raddoppiare i volumi commerciali – spiega Netanyahu –, ma a me piacerebbe vederli quadruplicare. Cina e Israele sono una combinazione vincente”. I numeri parlano chiaro e l’ambasciatore cinese a Gerusalemme Gao Yanping spiega: “Nel 1992 le nostre relazioni commerciali si aggiravano intorno ai 50 milioni di dollari l’anno. Oggi quella stessa cifra si concretizza in due giorni di scambi”.
L’economia cede il passo alla politica internazionale e a una Cina che vuole candidarsi a un ruolo sempre più strategico sullo scacchiere globale. “Lo sviluppo delle relazioni diplomatiche con Israele – ha aggiunto l’ambasciatore – avrà benefici anche sulla stabilità della regione, sulla pace mondiale e sulla prosperità globale”. Impegni forti, dopo la promessa dell’ambasciatore all’Onu Li Baodong, che aveva espresso la volontà di Pechino di riaprire i negoziati di pace tra Israle e Palestina. La Cina prepara l’agenda politica che discuterà alla Casa Bianca il prossimo 14 febbraio, quando Xi Jinping, vicepresidente della Repubblica popolare e delfino di Hu Jintao candidato a suo successore, incontrerà il presidente Obama.