Chiamatelo “il talento del dragone”
In Italia un cinese su cinque è un imprenditore


	
Un'indagine della Camera di Commercio di Milano svela le molteplici attività della comunità cinese, leader nei settori della manifattura, della ristorazione e del commercio. Guidano le classifiche Toscana e Lombardia. In Piemonte invece i figli dell'ex Celeste Impero fanno affari con i cantieri edili.
Lanterne cinese appese fuori da un negozio di via Paolo Sarpi a Milano


Un'indagine della Camera di Commercio di Milano svela le molteplici attività della comunità cinese, leader nei settori della manifattura, della ristorazione e del commercio. Guidano le classifiche Toscana e Lombardia. In Piemonte invece i figli dell'ex Celeste Impero fanno affari con i cantieri edili.



di Luca Zorloni (左 露珂)

Milano, 20 gennaio 2012 – Chiamatelo pure "il talento del dragone", il segno zodiacale che ruggisce sulla soglia del Capodanno cinese 2012 e che è simbolo di prosperità e ricchezza: come dimostra una ricerca della Camera di Commercio di Milano infatti, in Italia un cinese su cinque è imprenditore. Ristoratori, commercianti, sarti, ma non solo, anche albergatori e costruttori ingrossano le fila di una comunità che conta quasi 210mila persone, è per metà composta di donne (101.516, il 48,4% del totale) e si dimostra prolifica sul fronte lavorativo con 39.099 imprese individuali e una crescita del 7,6% nel solo 2011.

Meglio dei cinesi fanno solo marocchini e rumeni, che sono però in maggior numero dei figli dell'ex Celeste Impero, il 4,6% degli stranieri residenti nel Belpaese. La ricerca della Camera di Commercio ambrosiana si basa sia su dati Istat del 2009 e del 2010 sia su quelli del registro imprese al III trimestre 2010 e 2011 e indaga settori e luoghi in cui l'imprenditoria cinese è forte.

È il commercio la vera vocazione dei cinesi, con 17.876 imprese (il 45,7% del totale), poi la manifattura (14.994 corrispondenti al 38,3%); medaglia di bronzo a ristoranti e alberghi, il 9,9% pari a 3.584 attività. E sono proprio queste le specializzazioni che distinguono gli affari dei figli del Paese di Mezzo da quelli delle altre comunità: il 47,7% del manufatturiero straniero prodotto su suolo italiano è “made in China”, così come il 27,7% di hotel e cucine servono ravioli al vapore e riso alla cantonese.

La cartina della maratona imprenditoriale cinese segna come prima tappa a Prato, che con 4.398 imprenditori (l'11,2% del totale) si piazza in cima al podio, seguono poi Milano (3.823, 9,8%), Firenze (3.143, 8%) e Roma (2.556, 6,5%). La Toscana è la regione campione della manifattura del Celeste Impero, con il 42,3% di artigiani e industriali (per un totale di 6.300 ditte) ed è quella che registra altresì la maggiore concentrazione di attività. Alla Lombardia invece, seconda con il 18,5% degli imprenditori, va la palma in tutti gli altri settori produttivi. Buone performance anche in Veneto (11% delle attività), Lazio e Sicilia (che nella ristorazione segnano rispettivamente il 12,2% e 11,6%). In Piemonte invece la sorpresa: all'ombra della Mole Antonelliana i cinesi costruiscono. E tanto: loro il 17,5% sul totale nazionale.

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