Milano, 14 gennaio 2012 - La flessione delle riserve in valuta estera cinesi è anomala e segnala che è in atto un'enorme fuga di capitali. E' anomala perché facendo i conti le riserve dovrebbero salire e non scendere: con un avanzo commerciale dell'ordine di 160 miliardi di dollari e investimenti diretti per un centinaio di miliardi anche sottraendo i circa 70 miliardi di investimenti in uscita, le riserve avrebbero dovuto crescere a circa 3.400 miliardi, invece sono calate (prima flessione dal 1998) a 3.181 miliardi. Questo significa che i cinesi stanno portando i soldi fuori dai confini. Questo perché c'é la percezione che la rivalutazione dello yuan non possa proseguire: inutile tenere ricchezza in yuan a basso tasso di interesse. Non solo. Diminuiscono in Cina le opportunità di investimento: l'immobiliare è congelato, la borsa scende, i tassi di interesse sono negativi. Così i cinesi non rimpatriano, e alcuni esportano, i fondi in valuta.