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Chen ha anche sottolineato che la costruzione di un ambiente aperto, equo, trasparente e conveniente per gli investimenti stranieri è stato finora il presupposto più importante della cooperazione: fin ora sono 104 i settori coinvolti, dalla Finanza alle Telecomunicazioni, dall'Edilizia alla Distribuzione, che hanno aperto agli investimenti stranieri.
In quanto alla protezione della proprietà intellettuale, Chen ha detto che mentre rafforzava costantemente la legislazione, il governo cinese ha posto una grande importanza nel colpire la violazione culturale di vari tipi. Recentemente, il Consiglio di Stato ha deciso di istituire un gruppo speciale per svolgere più efficacemente ed efficientemente il lavoro di protezione della proprietà intellettuale.
Tuttavia, la Cina non ha nessuna intenzione di aprire i suoi forzieri per salvare l'Europa: "Non possiamo utilizzare le nostre riserve in valuta estera per soccorrere paesi stranieri", ha detto chiaro e tondo la vice ministra degli Esteri Fu Ying. "La tesi secondo la quale la Cina dovrebbe muoversi per salvare l'Europa non regge". Ma del resto già al recente G20 di Cannes, incontrando il presidente francese Nicolas Sarkozy, il presidente cinese Hu Jintao non aveva usato mezzi termini: "Sta all'Europa - aveva detto - risolvere da sé i suoi problemi sul debito".