La svolta di Pechino, basta spot durante i film in tv “Sono contrari all’interesse pubblico”
Niente interruzioni pubblicitarie se un programma dura più di 45 minuti: "Sarà salutare". Ma i dirigenti delle tv tremano per l'inevitabile calo degli introiti: "Passeremo notti insonni"
Niente interruzioni pubblicitarie se un programma dura più di 45 minuti: "Sarà salutare". Ma i dirigenti delle tv tremano per l'inevitabile calo degli introiti: "Passeremo notti insonni"
Pechino, 29 novembre 2011 - Se lo facessero qui, partirebbe una standing ovation dalle Alpi alla Sicilia. Già, perché la Cina ha vietato le interruzioni pubblicitarie a programmi e film trasmessi in televisione che durino almeno 45 minuti. Il divieto entrerà in vigore dal prossimo gennaio, stando a quanto annunciato dalla China's State Administration of Radio, Film and Television (SARFT) con un comunicato diffuso sul suo sito web.
Nella nota si precisa che l'iniziativa risponde alla politica culturale emersa dal vertice del Comitato centrale del Partito dello scorso ottobre. "Radio e televisione sono un microfono del partito e del popolo, un importante strumento di propaganda del pensiero culturale", si legge nel comunicato, citato oggi dalla Bbc. Un portavoce dell'organizzazione ha quindi dichiarato all'agenzia di stampa Xinhua che l'obiettivo della misura è far rispondere le trasmissioni televisive "agli interessi pubblici". "A lungo termine - ha aggiunto - l'iniziativa aiuterà a sviluppare in modo scientifico e salutare i programmi televisivi".
La Bbc ricorda che solo qualche mese fa l'autorità televisiva intervenne per sospendere il popolare talent show Super Girl, trasmesso dalla tv satellitare Hunan. Da parte loro, le emittenti televisive sottolineano come tale decisione comporterà una perdita di introiti. Un portavoce della tv Hunan ha sottolineato come il divieto arrivi ad accordi già conclusi per il prossimo anno: "I dirigenti delle tv di tutto il Paese avranno molte notti insonni". L'industria pubblicitaria televisiva ha fatturato lo scorso anno quasi 500 miliardi di yuan (58 miliardi di euro), precisa la Bbc.