Yuan, Obama in pressing per la rivalutazione Hu: “Non è questo il problema dell’America”
Sorrisi e strette di mano sincere, ma anche vedute diverse dei mercati e dell'economia. E' stato un confronto molto franco quello fra il Presidente Hu Jintao e il presidente americano Obama a Honolulu
Sorrisi e strette di mano sincere, ma anche vedute diverse dei mercati e dell'economia. E' stato un confronto molto franco quello fra il Presidente Hu Jintao e il presidente americano Obama a Honolulu
Honolulu, 13 novembre 2011 - La voglia di collaborare c'è, la consapevolezza che l'uno ha bisogno dell'altro pure. Da qui a colmare il profondo divario che ancora divide la concezione americana del mercato da quella cinese la strada è lunga. Ma qualche passo in avanti forse al vertice di Honolulu si è fatto.
"Il coordinamento tra Usa e Cina "è importante in questa fase di cambiamenti complessi". Lo ha detto il presidente cinese Hu Jintao dopo l'incontro con Barack Obamaavvenuto a margine del vertice Apec alle Hawaii. Il presidente americano ha aggiunto che la cooperazione tra i due Paesi è "vitale e importante per la prosperità dell'Asia e del Pacifico". Nel colloquio i due presidenti hanno anche parlato di non proliferazione nucleare con uno sguardo alle crisi con l'Iran e con la Corea del Nord.
Ma i nodi da sciogliere sui rapporti economici Cina-Usa restano. Il padrone di casa, Obama, ha accusato la Cina di mantenere alte le barriere - dalla moneta sottovalutata alle sistematiche violazioni della proprietà intellettuale - che rendono difficile agli Stati uniti esportare nel grande mercato cinese. Hu ha risposto che, comunque, anche l'eventuale rivalutazione dello yuan, che gli Usa vorrebbero vedere per rendere le loro merci competitive, non risolverebbe i problemi dell'economia americana.
Obama, nell'incontro bilaterale con Hu, s'è lamentato per la lentezza nei cambiamenti della politica economica di Pechino, secondo quanto ha riporta Michael Froman, consigliere di Obama per l'economia internazionale. Il presidente Usa ha detto a Hu "molto chiaramente che gli americani e le loro imprese sono sempre più impazienti e innervositi dalla lentezza nei cambiamenti nella politica economica della Cina e dall'evoluzione delle relazioni economiche sino-americane".
Hu Jintao aveva già assicurato che, col suo ritmo di crescita, la Cina avrebbe certo contribuito alla ripresa globale. "La ripresa economica mondiale è minacciata da un'instabilità e un'incertezza" accresciute dalla crisi del debito in Europa, ha affermato il numero uno di Pechino. "Lo sviluppo della Cina - ha continuato - costituisce una fonte d'energia importante per la crescita dell'Asia-Pacifico e per il mondo intero". In questo senso, aveva ancora detto il numero uno di Pechino, la Cina s'impegna ad aumentare le sue importazioni.
Nessun cenno, invece, allo yuan. E' stato nel faccia a faccia che invece il presidente cinese ha chiarito cosa pensa della richiesta americana di rivalutare la moneta cinese. "Anche se lo yuan aumentasse considerevolmente, non risolverebbe i problemi che gli Stati uniti devono affrontare", ha affermato Hu Jintato, secondo quanto riferito dal sito internet del ministero degli Esteri cinese. I problemi degli Usa, come il deficit commerciale il tasso di disoccupazione, non sono causati dallo yuan sottovalutato, ha detto ancora Hu Jintao, spiegando che Pechino continuerà con un graduale allentamento del suo regime di cambio, anche se gli americani considerano il ritmo del rialzo dello yuan, attualmente a loro dire sottovalutato del 30 per cento, troppo lento.