Atomica Iran, Pechino contro un blitz militare “Ma Teheran deve collaborare”
Israele preme su Usa e Gran Bretagna per un attacco preventivo che rallenti la capacità iraniane di lanciare un attacco nucleare sullo stato ebraico, ma la Cina invita alla prudenza: e lancia una proposta di collaborazione
Israele preme su Usa e Gran Bretagna per un attacco preventivo che rallenti la capacità iraniane di lanciare un attacco nucleare sullo stato ebraico, ma la Cina invita alla prudenza: e lancia una proposta di collaborazione
Pechino, 5 Novembre 2011 - La Cina ha fatto sapere che mantiene un atteggiamento di mediazione "costruttiva" tra Teheran e l'Occidente in vista della pubblicazione martedì prossimo del rapporto dell'Aiea sull'arricchimento dell'uranio in Iran e perché non si arrivi all'uso della forza. "L'Aiea", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri, Hong Lei, "dovrebbe assumere una posizione obiettiva e imparziale e cercare una positiva cooperazione con l 'Iran per arrivare a chiarire determinati nodi". Dal canto suo, l'Iran "è chiamato a mostrare flessibilità e sincerità e ad avere una seria cooperazione con l'Agenzia".
Le dichiarazioni cinesi arrivano in un momento di rinnovata tensione tra la repubblica islamica da un lato e dall'altro Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele, sempre più preoccupato che Teheran possa dotarsi dell'atomica. Le indiscrezioni sui piani britannici di un attacco preventivo all'Iran, da condurre insieme con Washington, e il pressing esercitato in questa direzione dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, sul proprio governo perché si convinca che un'offensiva militare è necessaria hanno fatto il resto nell'alimentare un clima che spinge Pechino a raffreddare i bollori di guerra: "La Cina si oppone", ha sottolineato Hong, "all'uso della forza per risolvere i problemi internazionali. Al momento, è estremamente importante evitare che si arrivi a un nuovo sisma in Medio Oriente". Pechino, dunque, è determinata a giocare un "ruolo costruttivo" nella ricerca di una soluzione pacifica e diplomatica del braccio di ferro sul dossier che riguarda il nucleare iraniano.