Quotidiano.net - China Channel » Economia e Imprese http://cina.quotidiano.net Notizie dalla Cina in collaborazione con Ningbo Daily Tue, 23 Sep 2014 10:29:02 +0000 en-US hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.2.2 Cina, obiettivi energetici nell’anno del cavallo Ma la lotta allo smog segna il passo http://cina.quotidiano.net/2014/02/03/cina-obiettivi-energetici-nelanno-del-cavallo-ma-la-lotta-allinquinamento-degna-il-passo/ http://cina.quotidiano.net/2014/02/03/cina-obiettivi-energetici-nelanno-del-cavallo-ma-la-lotta-allinquinamento-degna-il-passo/#comments Mon, 03 Feb 2014 11:58:54 +0000 http://cina.quotidiano.net/?p=11908 I progressi della lotta all’inquinamento nel 2013 sono stati “piu’ lenti del previsto”. Parola di Xu Lin, capo del dipartimento di pianificazione ambientale della Commissione
Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, l’agenzia governativa di pianificazione economica cinese.

Durante la conferenza stampa sullo stato dell’economia cinese, dove si e’ detto che non ci saranno
problemi a raggiungere un tasso crescita di almeno il 7% fino al 2015, il giudizio sulle politiche ambientali e’ molto cauto a causa dell’espansione spesso sconsiderata del settore industriale. La tesi
e’ corroborata anche da un rapporto dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, il piu’ importante think-tank di Pechino, secondo cui nel 2013 la Cina ha totalizzato il piu’ alto tasso di
inquinamento al mondo, dopo quello dell’India nel 2012.

Troppo basso il livello di riduzione del consumo energetico per unita’ di prodotto interno lordo, al 5,4% di media annua dal 2011, contro una prevista diminuzione del 16%, a partire dal prossimo anno. Anche il dato ufficiale sulla riduzione di carbone su base quinquennale non soddisfa le aspettative della commissione: solo il 6,6% contro un atteso 17%. La National Energy Administration (NEA) ha presentato gli obiettivi del 2014 confermando l’impegno
del governo nel rispetto dell’ambiente, ma il consumo di carbone per il prossimo anno segnera’ un aumento dell’1,6% rispetto ai valori del 2013, nelle proiezioni dell’ente cinese, a 3,8 miliardi di tonnellate di carbone equivalenti. In crescita dell’1,8%, invece, il fabbisogno di greggio, a 510 milioni di tonnellate. Molto piu’ alta invece, la domanda apparente di gas naturale, che rispetto ai valori dello scorso anno, dovrebbe crescere del 14,5%, a 193 miliardi di metri cubi. Un ruolo sempre piu’ importante, conclude infine la NEA, lo avranno il nucleare, l’energia idroelettrica, l’eolico e il solare, anche se secondo molti esperti, non servira’ a ridurre la dipendenza della Cina dal carbone.

Le proiezioni al 2035 dell’Energy Outlook di BP prevedono una crescita ancora alta per il carbone, fino a circa il 2030, nonostante gli sforzi dei legislatori cinesi per contrastarla. Ci vorranno ancora quindici anni, secondo le stime del gruppo petrolifero britannico per iniziare a vedere un lento declino nell’uso del carbone da parte della Cina, e il relativo declino dell’industrializzazione del Paese. Ancora nel 2035, pero’, la Cina rimarra’ il maggiore consumatore di carbone, con il 51% del totale mondiale, seguita, a partire dal 2024, dall’India, che con la sua quota superera’ gli Stati Uniti. “A partire del 2030 – si legge nel rapporto – la domanda probabilmente diminuira’, a causa del ribilanciamento dell’economia cinese verso i servizi e il consumo interno, e sara’ sostenuta dai miglioramenti nell’efficenza e da politiche ambientali piu’ severe”.

Ambiziosi anche gli obiettivi per il futuro delle risorse energetiche non convenzionali, anche se, secondo l’opinione di molti, difficilmente la Cina arrivera’ ai livelli di sfruttamento di shale gas degli Stati Uniti. Nel 2013, la Cina ha prodotto una media di due milioni di metri cubi di shale gas al giorno, ed entro il 2030, la produzione di gas e petrolio non convenzionale dovrebbe essere pari a un terzo del totale della produzione interna di queste due risorse.
Ancora poco, secondo le stime dell’Energy Outlook di BP, rispetto agli standard di Stati Uniti e Canada che faranno affidamento sulle riserve di shale gas per il 99% della produzione interna di gas fino al 2016, e per il 70% da allora al 2035. Insieme, Washington, Ottawa e Pechino contano di sfruttare circa l’81% delle riserve mondiali di shale gas mondiale entro i prossimi venti anni, secondo le stime di BP. Il parcheggio di una fabbrica di automobili

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Baidu & company: così il web cinese lancia la sfida al mondo http://cina.quotidiano.net/2013/06/04/kaiserkuo-baidu-cina-google-wechat-interne/ http://cina.quotidiano.net/2013/06/04/kaiserkuo-baidu-cina-google-wechat-interne/#comments Tue, 04 Jun 2013 16:07:06 +0000 http://cina.quotidiano.net/?p=11812 Kaiser Kuo, il direttore comunicazione di Baidu (foto Meet the media Guru)

 

Parola di Kaiser Kuo, il direttore comunicazione del principale motore di ricerca del Dragone. Oggi la Cina ha la maggiore popolazione di internauti ed è destinata a crescere. Offrendo anche tecnologie innovative che scalzano quelle dell’Occidente: “Chi ha detto che la nostra società non sa produrre novità?”

di Luca Zorloni

Milano, 4 giugno 2013 – Nato Guo Yiguang, il direttore della comunicazione di Baidu, il cosiddetto Google cinese, è meglio noto al mondo con il nome di Kaiser Kuo. I capelli lunghi da cantante metal sono forse il tratto più caratteristico di questo manager di 47 anni con in tasca una laurea a Berkeley, che ancora canta in una band (gli Spring & Autumn). Del rock gli è rimasto appiccicata anche un’ironia provocatoria. Così, discutendo a Milano (nella cornice degli incontri targati “Meet the media guru”) del web cinese e delle opportunità di sviluppo nel Paese di Mezzo, ha detto: “In Occidente si pensa che la Cina non possa essere un paese innovativo perché c’è la censura di Stato. Neanche la Milano di Ludovico Sforza doveva essere molto più libera, eppure Leonardo è l’individuo più innovativo della storia”. Touché.

Baidu (che letteralmente vuol dire “centinaia di volte”) non è la copia “made in China” di Google, ma un motore di ricerca agguerrito che dà del filo da torcere alla società di Mountain View. Non solo perché in Cina il 71% delle ricerche passa attraverso di ricerca guidato da Kuo (parliamo di oltre cinque milioni di operazioni al giorno), ma anche perché Baidu ha una tecnologia all’avanguardia. Permette di fare ricerche partendo da una foto. “Se fotografi la copertina di un libro, ti indirizza alla pagina di quel libro su un bookstore, se fotografi un individuo cerca rispondenze nel web”, spiega Kuo. E se scatti un’istantanea di un testo, Baidu lo traduce in cinese. Chi ricerca due città insieme, ottiene tra i primi risultati pagine sui mezzi di trasporto.

E il cervellone ha programmi specifici per comprendere il linguaggio parlato e utilizzarlo come dato per passare al setaccio la rete. Il gigante – 22mila dipendenti – ora cerca mercati oltre confine. Kuo spiega che si espanderà “nel Sud-est asiatico, in America Latina e in Africa orientale”. Google non avrà vita facile. Come tante altre società della web-economy. Prendi Wechat, l’applicazione di instant messaging che sta mettendo i bastoni tra le ruote a Whatsapp. Da dove arriva? Dalla Cina.

Il peso specifico del Dragone nel cyberspazio è già notevole e destinato ad aumentare. Secondo dati dell’Economist, nel 2012 gli internauti cinesi erano 564 milioni e nel 2016 (ricerca Statista) saranno 700 milioni, più del doppio degli statunitensi. Oltre a essere tanti, i cinesi stanno volentieri sul web. Il 74,5% di loro si connette da dispositivi mobile (ricerca Forbes) e l’anno passato poco meno della metà (il 42,9%) ha fatto un acquisto online. Totale delle transazioni: sei trilioni. “L’idea che l’Occidente ha del web cinese – prosegue Kuo – è però alimentata da luogo comuni”.

In primis, secondo il manager di Baidu, quelli relativi alla censura. Vedi alla voce “Scudo dorato”, alias il Great Firewall, il sistema di sorveglianza del web gestito dal Ministero della Pubblica sicurezza. “Si è sviluppata un’opinione sbagliata, che esistano due reti: quella libera di tutti e quella censurata della Cina – osserva Kuo – ma è una visione molto lontana dalla realtà”. Il manager spiega che “la leadership cinese ha grande capacità adattativa”. La definisce “tecnocratica”. E sulla censura spiega che “il controllo permette di spegnere la rabbia nel cyberspazio prima che si trasferisca al mondo reale, di preservare la stabilità sociale”.

Per Kuo inoltre, le proteste degli internauti permettono al governo “di accertare scandali o casi di mala amministrazione”. Freedom House e Reporter senza frontiere continuano a considerare la Cina uno dei paesi maglia nera per la libertà di stampa. Ma forse al netizen dell’ex Celeste Impero interessa poco. Secondo Kuo, la maggior parte degli internauti sul web cerca intrattenimento, non politica. Gioca, guarda video e pubblica immagini di cibo. Visto dalla prospettiva dell’immagine di un piatto di ravioli, il web cinese non è granché diverso da quello del resto del mondo.

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Un filtro made in Brescia per difendersi dallo smog di Pechino: l’idea di tre fratelli http://cina.quotidiano.net/2013/03/29/sanispira-brescia-hsdeurope-filtro-nasale-inquinamento-pechin/ http://cina.quotidiano.net/2013/03/29/sanispira-brescia-hsdeurope-filtro-nasale-inquinamento-pechin/#comments Fri, 29 Mar 2013 09:30:58 +0000 http://cina.quotidiano.net/?p=11771 L'incontro all'ambasciata cinese tra i rappresentanti di Sanispira e la municipalità di Pechino

Sanispira è il brevetto della famiglia Rizzini che sarà distribuito agli agenti della polizia della capitale cinese per sopportare la cappa di smog soffocante in città. Il prodotto ha già conquistato Europa e Canada

di Luca Zorloni (左露珂)

Brescia, 29 marzo 2013 – Entro l’anno i poliziotti di Pechino avranno in dotazione un’arma «made in Italy» per affrontare uno dei nemici più temibili della capitale cinese, l’inquinamento. Per intenderci si tratta di una cappa di smog talmente soffocante da spingere, nei primi giorni di gennaio, la municipalità della metropoli a vietare ai cittadini di uscire di casa. La tecnologia per affrontarla è nata cinque anni fa nel Bresciano, a Rodegno Saiano, da un’idea dei fratelli Rizzini, trentenni, fondatori della Hsd Europe: si tratta di Sanispira, un filtro nasale usa e getta che trattiene fino all’82% delle polveri sottili. Pm10, Pm2,5 e Pm1.0, le schifezze che galleggiano nell’aria sono intrappolate dal biogel contenuto nel brevetto bresciano.

Cinque anni fa i tre fratelli hanno convertito le loro conoscenze di ingegneria meccanica nel settore biomedico, guardando a quella fetta di popolazione, in costante aumento, che soffre di allergie. Oggi Sanispira si produce in milioni di pezzi, in uno stabilimento altamente automatizzato che impiega sette persone. Gianpietro Rizzini, ad di Hsd, spiega: «Esportiamo in tutta Europa e in Canada, entro la fine dell’anno vorremmo raggiungere i cinque continenti».

I tre fratelli, tramite l’ambasciata italiana, si sono già proposti ai cinesi. Alla municipalità di Pechino Hsd fornirà inizialmente 120mila filtri nasali, che saranno distribuiti tra agenzia di polizia, operatori ecologici, dipendenti pubblici e conducenti dei mezzi di trasporto. Se la sperimentazione avrà esito positivo e il mercato cinese crescerà, «pensiamo di stabilire un impianto produttivo in loco», aggiunge Rizzini. Il 25 aprile la società bresciana firmerà con le autorità orientali il protocollo per procedere con la prima fornitura. Dopo moda e cibo, l’Italia conquista il Dragone con la tecnologia.

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Nella città dello shopping largo al made in Italy: Huafa Mall offre vetrine a brand di moda e design http://cina.quotidiano.net/2013/03/22/huafa_mall_moda_design_made_initaly_cina_shoppin/ http://cina.quotidiano.net/2013/03/22/huafa_mall_moda_design_made_initaly_cina_shoppin/#comments Fri, 22 Mar 2013 18:59:20 +0000 http://cina.quotidiano.net/?p=11748  

Il centro commerciale punta ad avere un terzo delle insegne dal Belpaese. La città è la meta preferita per il weekend dei residenti di Hong Kong e Macao. Il consiglio: “Investire nelle città di seconda fascia, qui c’è il boom dei consumi”

di Luca Zorloni (左露珂)

Milano, 22 marzo 2013 – Un quadrilatero della moda, e non solo, di 100mila metri quadri di superficie. Ci sarà comunque da sgomitare per assicurarsi una vetrina nell’Huafa Mall, un maxi centro commerciale che per ora esiste solo sulla carta ma tra 365 giorni, né uno di più né uno di meno, sarà realtà a Zhuhai, nel Sud della Cina. Dal 22 marzo 2014 la cattedrale dello shopping ospiterà 180 negozi, di cui un terzo potrebbero sventolare il tricolore italiano. I marchi del Belpaese sono i benvenuti, nelle intenzioni della società immobiliare Huafa Industrial Share, che sta erigendo il colosso, e di KeYi Business Consulting, compagnia che studia strategie per entrare nel mercato cinese. A ricevere un invito per Huafa Mall non sono solo le griffe di Montenapoleone e dintorni, che tanta gola fanno ai nuovi ricchi cinesi, ma anche i brand emergenti o artigianali, quelli che oltre la Grande Muraglia non andrebbero. A meno che l’offerta non sia allettante.

Huafa Mall ha numeri e carattestiche che tradiscono una certa ambizione. Il costruttore investirà due miliardi di renminbi, pari a circa 250 milioni di euro, per realizzare il gigante che sarà sormontato dal soffitto hi-tech più grande al mondo, un tappeto di cristalli liquidi di 340 metri di lunghezza e dotato di fontane e giochi d’acqua per un superficie totale di 800 metri quadri. Negozi ma non solo: il centro commerciale ospiterà anche spa, bar, ristoranti e cinema multisala. La promessa di Huafa Mall non è differente da quella dei concorrenti: accogliere il consumatore al mattino e salutarlo la sera, dopo averlo sottoposto a un menù da capogiro di shopping, intrattenimento e affini. La società conta di accogliere a pieno regime dieci milioni di visitatori l’anno. Non solo pescando tra il milione e quattrocentomila abitanti di Zhuhai, ma allargandosi alle vicine Macao e Hong Kong, la prima già collegata a Zhuhai con un ponte, la seconda nel 2016. Per le due megalopoli del delta del Fiume delle perle Zhuhai , città giardino pluri-gallonata per la qualità della vita, è la meta di seconde case e weekend fuori porta. Nel finesettimana accoglie oltre 400mila persone in fuga dallo stress dell’ex colonia britannica. Giacomo Gardumi, cofondatore di KeYi, spiega: “Rispetto ai centri commerciali di Macao e Hong Kong, offriremo un’esperienza di shopping più rilassata”.

I progettisti scommettono anche sulla novità di molti marchi mai visti prima in Cina e in questo caso l’Italia della moda e del design è terra di scouting. “Abbiamo intavolato trattative con marchi meno famosi del made in Italy, ma di grande qualità, per portarli nell’Huafa Mall”, aggiunge Gardumi. Sono due i punti di forza su cui la società di consulenza insiste. Innanzitutto, il boom dei consumi nelle città cinesi di seconda fascia (come Zhuhai). “Le metropoli principali sono congestionate e accusano di più uno stallo della spesa – spiega Gardumi -, per cui i grandi marchi hanno rivisto al ribasso l’apertura di nuovi negozi”. “Ora – precisa – la domanda più sofisticata si è spostata altrove”. A Zhuhai, chiosano da KeYi. In secondo luogo, le condizioni favorevoli per approdare in terra cinese. “Gli spazi saranno affittati partendo da un canone di 40 euro al metro quadro al mese – illustra Gardumi -, ma si potrà ripagare la locazione con forme di royalties con Huafa Mall. Inoltre le società che non sono registrate in Cina potranno usufruire della business licence del centro commerciale”. KeYi ambisce a portare a Zhuhai 50-60 aziende italiane, di cui il 50% alla prima esperienza cinese. Un terzo delle insegne del colosso sarà tricolore. KeYi mantiene il massimo riserbo sui nomi dei marchi di moda italiani con cui è in trattativa, ma non nasconde contatti con molti di quelli che operano nel Quadrilatero meneghino. Anche loro, come i cittadini di Hong Kong, sono in fuga dalle grandi città.

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Italia-Cina, intesa sui controlli qualità dell’olio di oliva http://cina.quotidiano.net/2013/03/06/italia-cina-intesa-sui-controlli-dellolio/ http://cina.quotidiano.net/2013/03/06/italia-cina-intesa-sui-controlli-dellolio/#comments Wed, 06 Mar 2013 11:00:16 +0000 http://cina.quotidiano.net/?p=11730 Leggi l’articolo su Q.net

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Rating, a Milano arriva Dagong contro il monopolio http://cina.quotidiano.net/2013/02/13/dagong-europa-milano-rating-cina-china-moody-standard-poor-fitch/ http://cina.quotidiano.net/2013/02/13/dagong-europa-milano-rating-cina-china-moody-standard-poor-fitch/#comments Wed, 13 Feb 2013 16:20:19 +0000 http://cina.quotidiano.net/?p=11722

La società cinese sbarca nel vecchio continente per spezzare il monopolio delle tre sorelle Fitch, Standard & Poor’s e Moody’s

di Luca Zorloni

Milano – Nel luglio 2010, in un’intervista al quotidiano francese “Libération”, Jean-Claude Trichet, allora presidente della Banca centrale europea, aveva dichiarato che “il mondo ha bisogno di più di tre agenzie di rating perché i loro giudizi esacerbano le oscillazioni dei mercati”. Era una bocciatura dell’operato dell’anglo-americana Fitch e delle statunitensi Standard & Poor’s e Moody’s, le agenzie di rating più famose al mondo. Poche ore prima una concorrente delle tre sorelle aveva diffuso il proprio rapporto sul debito sovrano di 50 paesi: era Dagong Global Credit, società cinese fondata nel 1994 a Pechino. Dagong è una delle poche agenzie di rating rilevanti al di fuori degli Stati Uniti ed è leader nel mercato asiatico.

Dall’aprile dell’anno scorso è sbarcata anche nel vecchio continente. Dagong Europe credit rating è una joint venture tra la casa madre e il fondo di private equity italo-cinese Mandarin Capital Partners (40%), che ha sede a Milano. Il capoluogo lombardo è stato scelto come quartier generale della nuova agenzia, che ha ancora i motori spenti ma obiettivi ambiziosi. Il direttore generale Mauro Alfonso spiega che mira a “conquistare il 5% del mercato entro il 2018” scalzando il monopolio del trio Moody’s-Fitch-Standard & Poor’s. “Manca – prosegue – una visione del mondo per la parte dell’estremo Oriente e della Cina, che sono investitori importanti”. Dagong attende la registrazione da parte dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma), l’organismo della Ue deputato alla sorveglianza dell’arena finanziaria. Secondo Alfonso, il via libera “dovrebbe arrivare entro la metà di quest’anno”. Nel frattempo la società si sta concentrando sulla campagna acquisti.

Tra i più recenti (inizio 2013) ci sono Fabio Boninsegni, senior credit officer (supervisore area credito), e Cristina Sterr, director, financial institutions analytical team (direttore team analisi istituzioni finanziarie). Tra i top manager anche Ulrich Bierbaum, senior director business development (direttore area sviluppo business); Richard Miratsky, head of corporate analytical team (a capo del team analisi corporate) e Carola Saldìas, head of financial institutions analytical team (a capo del team analisi istituzioni finanziarie). Il consiglio di amministrazione per i prossimi tre anni sarà composto dal presidente Guan Jianzhong, dal vicepresidente Lorenzo Stanca, da Ding Wei e da Marco Cecchi de’ Rossi e Wei Benhua (questi ultimi due membri indipendenti). A pieno regime la sede milanese dovrebbe dare lavoro a circa 50 persone. Dopo lìok di Esma, Dagong busserà alle porte dei principali attori dei mercati corporate e finanza in Europa, mentre le analisi sul debito sovrano rimarranno in capo alla casa madre. Alfonso spiega: “Vogliamo creare integrazione tra i mercati finanziari di queste due parti del mondo (Europa e Oriente, ndr) che al momento non sono collegate. Per gli emittenti di debito europei sarà più facile arrivare a est”. La società cinese adopera una classificazione del rating dalla tripla A (migliore affidabilità) alla D (default). Secondo dati del gennaio 2013, Dagong Global dà all’Italia una tripla B (affidabilità media) ma con una previsione negativa.

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Il lusso? Un vero affare per i cinesiBeni pregiati, Il Dragone sorpassa gli Usa http://cina.quotidiano.net/2012/12/14/cina-cinesi-primi-consumatori-beni-di-lusso-al-mondo/ http://cina.quotidiano.net/2012/12/14/cina-cinesi-primi-consumatori-beni-di-lusso-al-mondo/#comments Fri, 14 Dec 2012 13:52:45 +0000 http://cina.quotidiano.net/?p=11685 In Cina arriva un quarto degli acquisti globali nel settore. Il dato è in crescita e varrà circa 60 miliardi di dollari nel 2015, molti dei quali fatturati all’estero 

di Valeria Gazzoni

Milano, 14 dicembre 2012 – I cinesi sono diventati i primi consumatori al mondo di beni di lusso. Tra le conseguenze della crisi economica si può ormai ufficialmente annoverare anche questo sorpasso del Dragone ai danni degli occidentali: gli scontrini emessi a carico di pechinesi e shanghaiesi ammontano nel 2012 a ben un quarto delle vendite totali per il settore top di gamma.

Secondo i dati pubblicati dalla società di consulenza americana Bain & Company, per la prima volta nella storia gli statunitensi devono accontentarsi del secondo posto in classifica, avendo speso per un quinto delle vendite globali del luxury per quest’anno. Un report della McKinsey stima che nel 2015 la Cina comprerà borse e orologi di lusso per un terzo del mercato del lusso, poco più di 58 miliardi di dollari sui 175 totali.

Lo shopping cinese vale oggi il 27% del consumo mondiale di beni di lusso, un volume d’affari che si aggira intorno ai 145 miliardi di dollari. E’ un dato ancor più sorprendente se si considera come nel 1995 gli acquirenti cinesi contavano solo per l’1% del mercato mondiale delle merci più pregiate, mentre agli Usa andava, allora, il 27% degli acquisti.

Altro dato su cui riflettere è che la maggior parte degli shopaholic cinesi preferiscono recarsi all’estero per acquistare. E non solo perché le città estere possono vantare le boutique più glamour. La svalutazione dell’Euro combinata con tasse più basse comporta una differenza di prezzo fino al 40% tra i negozi della Cina continentale e quelli oltre frontiera.

Ma non è tutto. Analizzando il comportamento dei consumatori cinesi, gli esperti della McKinsey hanno scoperto che nel 40% dei casi l’acquisto di beni di lusso avviene in modo compulsivo, ovvero senza pensarci su per più di una giornata. Il dato si riduce al 15% degli acquisti condotti all’estero, mentre si rivela in crescita rispetto agli anni passati.

Sempre più raffinati conoscitori delle tendenze occidentali, ma anche più inclini all’acquisto d’impulso: il profilo dei big spenders cinesi si sta modificando e, come spiegano dalla Bain & Company, “i cambiamenti nei gusti dei consumatori cinesi sono ormai una questione cruciale per i più grandi brand del lusso globale”.

Twitter: @ValeriaGazzoni

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Italia-Cina,incontri al verticeStipulati accordi per 1,27 miliardi http://cina.quotidiano.net/2012/12/04/cina-economia-jia-qinglin-monti-investimenti/ http://cina.quotidiano.net/2012/12/04/cina-economia-jia-qinglin-monti-investimenti/#comments Tue, 04 Dec 2012 10:23:21 +0000 http://cina.quotidiano.net/?p=11639 Linea diretta tra i  due Paesi  per sfuggire alla congiuntura economica. Occhi puntati sulle piccole e medie imprese e sui settori più innovativi 

di Valeria Gazzoni

Milano, 3 dicembre 2012 – Si è conclusa oggi la visita in Italia di Jia Qinglin, presidente del Comitato nazionale dell’organo politico-legislativo cinese, la Conferenza politica consultiva del popolo. La scorsa settimana Jia ha partecipato a numerosi meeting istituzionali con le maggiori cariche politiche del nostro paese, dai quali è scaturito l’impegno ad un rafforzamento dei legami economici tra Italia e Cina, impegno anche concretizzatosi in contratti per 1,27 miliardi di dollari tra imprese dei due paesi.

Giunto a Roma lo scorso martedì, il leader politico cinese ha incontrato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premier Mario Monti e i presidenti delle Camere, Renato Schifani e Gianfranco Fini.

Al cuore del dialogo, il proseguimento di relazioni economiche strategiche nei settori chiave dell’hi-tech, dell’ambiente e della creatività, mentre l’attenzione si sposta sempre più sulle piccole e medie realtà imprenditoriali. La linea da seguire è già stata dettata all’interno del piano triennale per la cooperazione economica ancora in corso, cui presto farà seguito un nuovo documento congiunto.

Da parte cinese arriva anche l’augurio per un incremento degli investimenti di Pechino in Italia, anche nel campo delle infrastrutture. Palazzo Chigi rende noto che sono stati già firmati sei accordi di cooperazione, dal valore totale di 1,27 miliardi di dollari. Ad esempio, il gigante delle telecomunicazioni Huawei si è legato a Fastweb per 557 milioni di dollari, mentre China Everbright Ltd e Ferretti Group hanno sottoscritto un’intesa da 480 milioni di dollari.

Ma alla Cina del soft power preme anche lo sviluppo di legami internazionali a livello culturale e sociale. Infatti, durante i vertici si è parlato della promozione di nuove iniziative, tra cui gli “anni della cultura” del paese partner e il sostegno al turismo e alla mobilità studentesca.

“I nostri paesi si trovano entrambi in una nuova fase del proprio sviluppo socioeconomico e hanno la volontà e la sicurezza di fortificare i legami bilaterali” ha affermato Jia durante l’incontro con Schifani. Questi legami, inaugurati nel 2004, hanno reso l’Italia il quinto partner commerciale del Dragone all’interno dell’Unione Europea e la Cina il principale mercato per il Belpaese in tutta l’Asia.

Twitter: @ValeriaGazzoni

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Shanghai Disneyland muove i primi passi Via libera all’apertura del primo mega-outlet http://cina.quotidiano.net/2012/12/02/i-primi-passi-di-shanghai-disneyland-si-allapertura-del-mega-outlet/ http://cina.quotidiano.net/2012/12/02/i-primi-passi-di-shanghai-disneyland-si-allapertura-del-mega-outlet/#comments Sun, 02 Dec 2012 10:04:17 +0000 http://cina.quotidiano.net/?p=11628 Il governo municipale di Shangai è alla ricerca di uno spazio per aprire un grande magazzino duty-free, nell’ottica di promuovere la città come centro di scambi  commerciali nternazionali. E tutto rientra nel progetto del parco di divertimenti che nasce al posto dell’Expo nela megalopoli cinese

Il governo municipale di Shangai è alla ricerca di uno spazio per aprire un grande magazzino duty-free, nell’ottica di promuovere la città come centro di scambi  commerciali nternazionali.

Il piano di apertura delloutlet, che è rimasto nell’agendadel governo locale per qualche tempo, ha ricevuto il via libera dal Comitato municipale mercoledì, quando è stata approvata la nuova linea politica che prevede la creazione di un centro commerciale internazionale.

Gli esperti hanno evidenziato che il grande magazzino duty-free potrebbe essere di supporto anche per il progetto di Shanghai Disneyland, che dovrebbe aprire al pubblico nel 2015. “È probabile che il centro commerciale sorga nell’area di Chuansha, nel distretto di Pudong, dove avrà sede anche Shanghai Disneyland, offrendo così ai visitatori un pacchetto turistico combinato di shopping e ristorazione”, ha dichiarato Zhu Lianqing, direttore del Centro di Ricerca per il Commercio della Shanghai Academy di Scienze Sociali.

Inoltre, introducendo ulteriori agevolazioni fiscali per i turisti stranieri, come l’esenzione dalla tassa richiesta al momento del rientro nel paese di origine, l’amministrazione  dimostra chiaramente che Shanghai ha tutte le intenzioni di diventare un centro turistico internazionale. L’esenzione si applicherà ai visitatori che ripartono dopo aver
acquistato una predeterminata quantità di beni.

Lamministrazione municipale di Shanghai ha stimato che il numero totale dei turisti stranieri che visiteranno la città si aggirerà intorno agli 8 milioni all’anno, con una crescita rispetto al 2011 di circa 3 punti percentuali. Se i beni acquistati ci danno diritto a un rimborso fiscale, probabilmente compreremo più souvenir e regali per amici e familiari”, ha dichiarato Jez King, cittadino inglese di 38 anni che sta pianificando un viaggio a Shanghai con la famiglia per il prossimo anno.

King ha aggiunto che la Cina è diventata una destinazione gettonata per i viaggiatori e sicuramente una politica fiscale vantaggiosa attirerebbe molti altri turisti stranieri.

Traduzione
di Antonella Montalti

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Ancora più voli verso il Dragone: Shenzhen Airlines entra nel network Star Alliance http://cina.quotidiano.net/2012/11/29/cina-shenzhen-airlines-star-allianc/ http://cina.quotidiano.net/2012/11/29/cina-shenzhen-airlines-star-allianc/#comments Thu, 29 Nov 2012 12:23:51 +0000 http://cina.quotidiano.net/?p=11612

Shenzhen, 29 novembre 2012 – Shenzhen Airlines è da oggi entrata a far parte del network di Star Alliance. Nel corso di una cerimonia tenutasi presso l’Aeroporto Internazionale di Shenzhen Bao’an, Mark Schwab, CEO di Star Alliance, ha dato il benvenuto al vettore nella famiglia per conto del Chief Executive Board (CEB) dell’Alleanza. “Shenzhen Airlines è il quinto vettore più grande della Cina e la sua entrata nell’alleanza rafforza la presenza di Star Alliance in Cina e in tutta l’Asia. I nostri clienti possono ora beneficiare di migliori collegamenti in tutto il Pearl River Delta, una regione molto importante dal punto di vista economico, e nell’intera Cina meridionale. Nello stesso tempo Shenzhen Airlines ottiene l’accesso ad un network globale in grado di offrire servizi migliori ai propri passeggeri; è decisamente una situazione vantaggiosa per tutti”, ha dichiarato Mark Schwab.
 
L’entrata di Shenzhen Airlines nel network rientra nella strategia di Star Alliance di migliorare l’accesso ai mercati attualmente in crescita e che lo saranno in futuro, così da offrire ai passeggeri internazionali un numero maggiore di destinazioni e di voli. Nel caso della Cina, le fondamenta di questa strategia sono state gettate molti anni fa, da quei vettori membri di Star Alliance che stanno operando già da diversi decenni in questo mercato con successo. Nel dicembre 2007 è entrata a far parte del network dell’Alleanza Air China, la compagnia di bandiera della Cina.
 
Il vettore aggiunge al network di Star Alliance circa 400 voli giornalieri verso 70 destinazioni. Tra queste ci sono cinque nuove destinazioni in Cina: Juzhou (Provincia di Zhejiang), Linyi, Qinhuangdao, Shijiazhuang e Zhoushan. Oltre a un migliore collegamento dal suo hub di Shenzhen, i passeggeri internazionali beneficiano di un’ampia scelta di voli in Cina in connessione con gli aeroporti internazionali di Beijing, Guangzhou e Shangai – Pudong. Come parte integrante della promessa di offrire una confortevole esperienza di viaggio ai passeggeri, Shenzhen Airlines offre il “through check-in” ai passeggeri in  connessione da e verso altre compagnie membre di Star Alliance. A livello globale, i 27 vettori membri di Star Alliance offrono attualmente oltre 21.900 voli giornalieri verso 1.329 destinazioni in 194 paesi.

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